L’Europa al tempo degli indipendentismi. La crisi Catalana, vissuta attraverso il duro contenzioso tra Madrid e Barcellona, ha riportato l’attenzione di tutti gli organi di stampa sui movimenti indipendentisti, soprattutto in Europa occidentale. Stando alla penisola iberica, l’altro grande braccio di ferro riguarda da vicino il governo centrale spagnolo e i Paesi Baschi. La regione, pur essendo l’unica a mantenere per sé gran parte dei proventi fiscali, è assai meno facoltosa rispetto alla Catalogna e qui la spinta separatista ha nutrito per 50 anni il terrorismo riconducibile all’ETA, che ha causato oltre 800 morti.
Altra regione che vive i tumulti scaturiti dalla voglia di indipendenza è la Scozia. Dopo la sconfitta subita nel referendum sull’indipendenza del 2014, lo Scottish National Party aveva messo da parte l’ipotesi di ulteriori consultazioni. Il referendum sulla Brexit dello scorso anno, nel quale la maggioranza degli scozzesi ha votato a favore della permanenza nella Ue, ha riaperto questa prospettiva. Tuttavia, i sondaggi lanciati in queste settimane suggeriscono che il volere degli scozzesi non si discosterebbe troppo da quello espresso non più tardi di tre anni fa.
Sempre nel cuore dell’Europa si trova il Belgio. All’interno del paese non si sono mai sopite le istanze indipendentiste delle Fiandre. Bart De Wever, il leader della Nuova Alleanza Fiamminga, resta dell’idea che un giorno l’indipendenza delle Fiandre sarà una realtà, con la separazione dall’altra regione del Paese, la Vallonia francofona. Tuttavia, al momento si tratta di un’ipotesi lontana.
Sui media internazionali, in queste settimane sono stati menzionati anche i referendum consultivi di Veneto e Lombardia. Qui la questione ruota attorno al concetto di ‘regionalismo differenziato’, nulla di paragonabile alla questione della Catalogna.
Proprio alla luce di questo nuovo fermento indipendentista, l’Università degli studi N. Cusano ha realizzato l’infografica ‘L’Europa al tempo degli indipendentismi’ attraverso la quale si prefigge lo scopo di offrire una panoramica di facile consultazione sull’attuale quadro europeo, non disdegnando un breve approfondimento sui movimenti storicamente radicati tra Sardegna, Scozia, Paesi Baschi e Irlanda del Nord.