Franco J Marino è uno che vive d’arte. Basta ascoltare il suo nuovo lavoro, in giro per le radio da un mese, per capirlo. Si tratta del singolo “Tamuè”, prodotto artisticamente da Mauro Malvasi, che vuole lanciare un nuovo concept che racconta di danza, di passione, gioia e di contraddizione. Facciamolo raccontare più a fondo da lui in questa bella intervista.
Franco J Marino di cose da dire ne ha. Eccole:
Cosa significa lavorare con Malvasi? Che sarto è per la tua musica?
Lavorare con Mauro Malavasi non è meno che lavorare per Quincy Jones, è un grande privilegio per me. Mauro non è un sarto della musica, è semplicemente un genio, un visionario!
Dici che il tuo brano propone un nuovo mood. Quale?
“IL NAPOLATINO”, “IL TAMUE’. E’ una fusione di danza tra sonorità mediterranee e latine, ma con una chiave ritmica insolita perché non classificabile come tango, salsa lenta, mambo o bachata, ci sono anche questi elementi, ma se danzi il Tamué ti accorgi che i passi non appartengono né a questo né all’altro genere. Sai oggi dire di avere delle idee sembra quasi una bestemmia, nel mio caso, almeno, ho creato dei neologismi per marchiare una filosofia, un concept in cui credo. Prima su Google se cliccavi Tamué o Napolatino non usciva niente… Certamente, questo singolo è l’anticipo di un progetto che quando uscirà, sono sicuro chiunque capirà.
Il toro della finanza Arturo Di Mascio nel suo nuovo libro racconta delle eccellenze napoletane. Potresti esserci anche tu nelle prossime uscite?
Non sta a me giudicarlo, in ogni caso credo fortemente che i cambiamenti possano arrivare da questa città, dal sud. Per cui Arturo Di Mascio, “eccellente napoletano”, ha il pregio di aver amplificato sapientemente la buona cultura napoletana con il suo libro e di far respirare un’aria nuova che riguarda questa splendida città. Anche io avverto aria di cambiamento.
La danza è un po’ dimenticata dai giovani. Perché?
Perché per esprimere delle emozioni si usano le faccette, si chatta, non si comunica direttamente guardandosi negli occhi. Ciao, mi chiamo Franco, i tuoi occhi… vuoi ballare? I genitori dotano i loro figli di smartphone a sei anni… Io ho una figlia di nove anni, non ha smartphone e infatti le piace danzare.
Adesso dove porti il tuo sogno?
Ma sai, io come Franco J Marino ho la mia bancarella di limoni di Procida, chi vuole i limoni di Procida mi cercherà.