Silvia Siravo sarà la protagonista, dal 2 al 17 dicembre 2017 , al Teatro Arcobaleno, dello spettacolo Vestire gli ignudi di Luigi Pirandello, drammaturgia e regia di Giuseppe Argiro’.  

La trama

La vicenda ruota attorno alla vita di Ersilia, donna infelice e sfortunata. Una serie di amori sbagliati ed eventi luttuosi la spingono al suicidio. Agonizzante concede un’intervista ad un giornale, nella quale si descrive come una persona colpita dalle sventure. Con questa menzogna cerca di crearsi “un abitino decente” per la morte, cioè un’apparenza che gli altri possano accettare e compatire. Sono quindi “gli altri” i nostri temibili giudici, sempre pronti a condannare; le loro sentenze implacabili portano Ersilia ad inventare una nuova sé stessa, una persona migliore nella morte, come non aveva potuto essere in vita.

Silvia Siravo interpreta il ruolo di Ersilia in un’opera di grande forza e attualità. Ersilia è una donna “tradita e abusata dalla vita. Nei vari tentativi di poter essere accolta, da altri non riuscirà, mai. Anche nel caso dello scrittore, che incontrerà ad un certo punto, si assiste comunque ad un abuso. La protagonista non ha mai modo di avere un sostegno, viene continuamente violata e violentata. Il suicidio sarà per lei l’unico modo di riacquistare dignità”, ha affermato l’attrice a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus. 

Vestire gli ignudi

E’ uno spettacolo di grande attualità. “Oggi tante donne parlano di abusi di potere. Ersilia è una donna che negli anni ’20 trova la forza di parlare, e fa un gesto eversivo.”

Pirandello già nel 1922 analizzava l’importanza dei mezzi di comunicazione di massa e la sofferenza che diventa spettacolo. Mai commedia fu più attuale in una società come la nostra dove il voyeurismo morboso condiziona la nostra quotidianità a partire dai social media. Un’indagine profonda, che passa attraverso i consueti dubbi pirandelliani sull’identità: sono ciò che appaio? Sono davvero come gli altri mi vedono o mi immaginano? Se Ersilia fosse vissuta ai giorni nostri, altro non sarebbe che l’ennesima donna vittima di  violenza, in una società dove il tribunale mediatico ha un potere devastante, nel bene e nel male.

Ascolta qui l’intervista integrale