Rodney Milburn oro mai dimenticato

dagli Stati Uniti d’America, non un Campione

di fortuna ma di grande volontà

 

Oggi parliamo di Rodney Milburn Junior, grande atleta statunitense apprezzato non soltanto nel suo paese. Infatti vinse nei 110 metri ostacoli alle Olimpiadi di Monaco di Baviera, ricordate per il vile attacco alle compagini israeliane. Ma quell’Olimpiade porta anche ricordi positivi, per gli atleti che avrebbero deciso di gareggiare.

Milburn, chiamato Rod come diminutivo, nacque il 18 maggio del 1950 a Opelousas, un paese non lontano dal più noto Baton Rouge. Era il settimo di sette fratelli e da ragazzino correva appresso ai cavalli nelle campagne della Louisiana.

Il suo percorso di grande sportivo nasce in una pista di atletica minore, in una scuola organizzata per soli neri, negli intransigenti stati del Sud della confederazione a stelle e strisce.

Nel 1968 entra nella squadra nazionale delle scuole superiori, le cosiddette High Schools, per poi passare alla Southern University, con la quale, in 4 anni dal 1970 compreso al 73, vince tre titoli nazionali e 4 campionati dell’Associazione Americana di tutte le università. Viene notato dagli esperti allenatori e osservatori perché fa una cosa senza precedenti. Stabilisce il nuovo record mondiale delle 120 iarde a ostacoli, che, misurato precisamente, rappresentano la distanza di 109 metri e 68, con il tempo di 13 secondi netti. Il record mondiale dei 110 ostacoli era di 13 secondi e 2 decimi. In pratica da atleta universitario ha battuto pure quelli che andavano a gareggiare a livello internazionale. Un talento puro, evidente, palese, e cristallino!

Nel 1971 vinse 28 corse consecutive, un record che sarebbe stato polverizzato solo dal più grande ostacolista di sempre nel decennio dal 77 all’87’, da tale Edwin Moses, che nei 400 metri a ostacoli è stato il totem degli atleti partiti dalle università e capaci di vincere Campionati del Mondo e Olimpiadi. Rod Milburn vince nell’anno del suo record ai Giochi Panamericani, che comprendono tutte le nazioni del continente America! E’ nominato Atleta dell’anno dalla prestigiosa rivista specializzata Track & Fields News.

Nel 1972 a Monaco vince la medaglia d’oro davanti al grancese Guy Drut (che si sarebbe rifatto 4 anni dopo, a Montreal), e ai connazionali Thomas Hill e Willie Davenport, che, al contrario, era il detentore avendo vinto il metallo più pregiato nel 1968 a Città del Messico! Milburn non solo vince ma stabilisce il record del mondo a misurazione elettronica: 13’24”. E l’anno dopo nel popolarissimo Meeting di Zurigo, supera il record con cronometraggio manuale che sulla stessa pista, 14 anni prima, aveva firmato il tedesco Martin Lauer, che fece 13”2 decimi. L’americano arriva a migliorarlo di un decimo, 13 e 1.

Milburn esce di scena rapidamente perché opta per cimentarsi con un circuito professionistico di Atletica che presto fallisce, e prova, senza successo, col football americano. Ma proprio per aver perso il prezioso e intaccabile status di atleta dilettante, gli fu proibito di partecipare alle Olimpiadi di Montreal nel 1976 dove avrebbe voluto ancora dire la sua. E nel 1980, come è noto, a causa del boicottaggio USA non poté andare a Mosca, per un’ulteriore Olimpiade.

Milburn si rimboccò le maniche continuando a lavorare nello Sport in quella Souterhn University di Baton Rouge, che lo aveva saputo lanciare. Si sposa due volte ma si separa in entrambe le storie coniugali, e l’Università lo manda via. Si mette a lavorare per diversi anni in una cartiera per tirare avanti, ammirevolmente. Ma l’11 novembre 1997 morì in un tragico incidente sul lavoro, di notte.

Gli Stati Uniti d’America, pensava qualcuno, si saranno dimenticati, dell’oro olimpico Rodney Milburn Junior, per i fratelli e gli intimi Rod: e invece la nazione tributò un grande omaggio, allo sfortunato uomo del Sud, capace di imporsi ai livelli assoluti, con grande partecipazione al funerale. Nella delegazione spiccò la presenza dell’allora presidente Bill Clinton.