Mike Powell da Irvine a UCLA. Poi quel Salto in Lungo nella Storia
Michael Antony Powell, più semplicemente Mike Powell, nato a Philadelphia, la Città dell’Amore Fraterno, il 10 novembre del 1963. E’ stato recordman mondiale nel Salto in Lungo. Ha compiuto da pochi giorni 54 anni: è stato capace di vincere due medaglie d’argento ai Giochi Olimpici di Seul nel 1988 e Barcellona nel 92, battuto in entrambi i casi da Carl Lewis, il suo rivale. Si è rifatto con gli interessi ai Campionati del Mondo di Atletica, a Tokyo nel 1991, e Stoccarda 1993, arrivando 1°.
Powell ha studiato prima all’Università della California di Irvine poi nella più conosciuta UCLA, dove si è iscritto all’Alpha Phi Alpha, la più importante confraternita afro-americana. Venne notato come lunghista nel 1987, quando saltò a 8 metri e 27 centimetri.
Quando Mike Powell conquisterà il primo titolo di Campione del Mondo, otterrà qualcosa di più. Ma andiamo con ordine. Nel 1990 Salta a 8 e 66: l’anno dopo, a Tokyo supera uno storico record che durava da ben 23 anni, ed era del leggendario Bob Beamon (8.90), realizzato a Città del Messico, alle Olimpiadi. Powell arrivò a 8 e 95, nuovo record del mondo. Fu una gara meravigliosa, indimenticabile, anche questa contro Carl Lewis, che si fermò a 8 e 91. In pratica entrambi superarono Beamon, e Lewis era già in età avanzata, visto che 7 anni prima, a Los Angeles, aveva raggiunto i 4 ori olimpici vinti nel 36 a Berlino dall’eterno Jesse Owens. Powell vinse l’oro mondiale e ottenne il record assoluto battendo Lewis: la BBC, la RAI inglese, gli conferì il premio personalità dell’anno, dedicato a quegli atleti di livello assoluto non di origine britannica. In pratica Lewis vinceva alle Olimpiadi, è accaduto due volte, e Powell ai Mondiali. Una immensa rivalità. Infatti nel 1992 si ripete l’ordine d’arrivo di 4 anni prima. Ma dalla serata in cui hanno battuto il record di Bob Beamon il Salto in Lungo non sarebbe stato più lo stesso di prima. Era cominciata un’altra era, per questa impegnativa disciplina. Clamoroso, poi, ciò che avviene al Meeting del Sestrière, quando Powell salta 8,99 ma con un vento superiore ai 2 metri al secondo, e quindi il record non fu omologato. Però è la massima misura mai saltata nel lungo da un atleta.
Nel 1993 Powell vince il Mondiale di Stoccarda, senza che partecipasse Lewis, tornato solo 3 anni dopo in questa specialità. Ma Michael da Philadelphia tentò di vincere il 3° mondiale di fila nel 1995 a Goteborg, perdendo di un solo centimetro dal giamaicano James Beckford e dal cubano Ivàn Pedroso, che avrebbe vinto i 3 successivi Campionati del Mondo e addirittura i Giochi Olimpici di Sydney nel 2000. L’atleta di Cuba avrebbe battuto l’8 e 95 riconosciuto record mondiale arrivando a 8 e 96 ma la Federazione Internazionale di Atletica Leggera, con le immagini TV, una sorta di VAR ante-literam, tramite i suoi dirigenti, si accorse che durante il salto un giudice si era messo davanti allo strumento di rilevazione del vento, che era oltre i 2 metri al secondo.
Powell si ritira una prima volta dopo la beffa muscolare di Atlanta, Giochi Olimpici del 1996. Si stira all’inguine e arriva 5°. Quella gara la vinse Carl Frederick Lewis, che ottenne il quarto oro di fila in un’Olimpiade nel Salto in Lungo: 1984 a Los Angeles, 1988 a Seul, 1992 a Barcellona, e Atlanta 1996. Lasciato l’agonismo, Powell, ottenendo una laurea in Psicologia dello Sport: nell’atletica avrebbe lavorato all’Università di Fullerton, come psicologo motivatore di tanti giovani atleti.
Torna alle gare nonostante fosse giunto a pesare 95 kili, lui che, alto 1 e 88, da atleta non superava gli 80. Si ripresenta ai Trials, le prove che possono schiudere la porta di un’altra Olimpiade, quella di Atene nel 2004, ma saltò poco oltre gli 8 metri. Poco dopo abbandonò definitivamente.
Ancora oggi, in occasione del recente compleanno, la conferma di quanto la gente comune voglia bene, al Professor Mike Powell, Bi-Campione Mondiale e due volte 2° alle Olimpiadi.