A pochi giorni dall’inizio del processo bis, Ilaria Cucchi, sorella del geometra Stefano Cucchi, morto nel 2009, è intervenuta ai microfoni di “Legge o Giustizia” su Radio Cusano Campus.
Processo bis per la morte di Stefano Cucchi
“La strada è stata lunga e tutt’altro che semplice, in molti momenti ci siamo resi conto della difficoltà ma mai c’è stato un momento in cui ho pensato di non potercela fare – ha detto Ilaria Cucchi – la verità era evidente ai nostri occhi e di coloro che avevano seguito la vicenda.
La verità non voleva essere accettata da coloro che hanno lottato per trasformare il processo per la morte a Stefano Cucchi ad un processo contro il solo Stefano Cucchi.
Un processo volto a sminuire le responsabilità di un pestaggio che non veniva nemmeno chiamato come tale, ma bensì si parlava di lesioni lievi, e dunque il responsabile era solo del morto stesso. Più si andava avanti, più avevo voglia di ribellarmi a queste dinamiche pazzesche, che sono tanto più grandi di noi: la giustizia deve essere uguale per tutti”.
Quali sono stati i momenti di svolta?
“Il vero momento di svolta è stato quello della sentenza di secondo grado, che assolveva tutti per insufficienza di prove. Con quella sentenza la giustizia ammetteva il suo fallimento ma lì c’è stata la svolta. Se esiste un “caso Cucchi” ed è così famoso, tanto da dar fastidio agli avvocati degli imputati, tanto da far paura, è perché ad un certo punto le persone “normali” un po’ si sono riviste in quel senso di frustrazione che noi abbiamo provato. Tutti hanno capito come Stefano sia morto e come sia stata negata la realtà.
Come si spiega questa differenza di percezione della verità tra l’interno e l’esterno dell’aula?
“Una delle cose più difficile che si possa a chiedere è chiedere allo Stato di giudicare se stesso. Credevo che la giustizia potesse camminare con le sue stesse gambe, ma chiede a noi famiglie di portare avanti le battaglie e spesso è la giustizia la prima a voltarci le spalle”.
Che valore ha assunto l’aver pubblicato le foto del corpo di Stefano?
“E’ stata una scelta dolorosa e terribile, ma ha fatto la differenza e sicuramente per noi è stata a tutti gli effetti una doppia violenza ma le persone hanno bisogno di essere messe davanti alla cruda realtà”.
Cosa accadrà ora?
”Questo processo sarà diverso, ma tutt’altro che semplice. Sarà una guerra, sarà un altro processo a Stefano, a noi, alla nostra famiglia. Mi aspetto di tutto, una guerra spietata perché hanno paura, e fanno bene ad averne”.