Minori stranieri non accompagnati: l’iniziativa alla Camera dei Deputati alla presenza di numerose associazioni e organizzazioni ha voluto fare il punto della situazione a sei mesi dall’approvazione della legge.
Tra le associazioni presenti c’era anche Ai. Bi., ne abbiamo parlato con Marzia Masiello, coordinamento e relazioni istituzionali, a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus.
L’Italia è pronta ad accogliere giovani nuovi
“Ai. Bi. alcuni anni fa aveva lanciato una ‘call’ in tutta Italia per raccogliere disponibilità e dare una mano sia ai minori non accompagnati che alle mamme sole con un bambino. In tre mesi raccogliemmo molte disponibilità e questo ci ha dato la misura di come il Paese stava cambiando da un punto di vista culturale”, ha ricordato la Masiello durante l’intervista, facendo leva sugli aspetti positivi di un fenomeno inarrestabile, quale la migrazione è.
Nel nostro Paese, infatti, da gennaio 2017 sono sbarcati 14.579 minori soli, per un totale di 18.491 minori censiti dal sistema di accoglienza italiano. Ma ci sono altre cifre da considerare: come ha spiegato nel proprio intervento Stephane Jaquemet, Delegato dell’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati per il Sud Europa, sono circa 65 milioni le persone costrette a lasciare la propria casa: un numero quadruplicato negli ultimi 20 anni. E circa la metà degli sfollati e richiedenti asilo nel mondo sono minori.
Minori stranieri non accompagnati: “Il Paese sta cambiando in meglio”, ha sottolineato Marzia Masiello. “Il tracciato è stato segnato, il lavoro di rete sta vincendo. Non devono essere deluse le aspettative dei giovani che cercano un futuro migliore, e di chi si è già dimostrato pronto a far loro spazio.”
Ai.Bi., con le altre organizzazioni promotrici dell’incontro alla Camera dei Deputati, ha presentato un documento congiunto con proprie raccomandazioni, tra le quali meritano di essere evidenziate, soprattutto, quelle relative all’affidamento familiare e all’applicazione dei requisiti della legge 184/1983, laddove la nuova norma prevede la possibilità per gli enti locali di promuovere la formazione di affidatari, in modo da favorire l’accoglienza in famiglia dei minorenni stranieri non accompagnati piuttosto che in strutture (art. 7).