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Morti nell’alluvione di Olbia: parla il legale dei familiari delle vittime

Patrizia Corona e Morgana Giagoni sono morti nell’alluvione di Olbia il 18 novembre 2013. 

“Nulla è stato concretamente fatto, nonostante l’allarme meteo del giorno prima”  Si pronuncia così l’avvocato Giampaolo Murrighile, legale dei familiari delle vittime.

Morti nell’alluvione di Oblia: Come sono decedute le vittime che lei rappresenta nel processo?

Nel procedimento rappresento i familiari delle vittime che hanno perso la vita durante il fenomeno alluvionale a causa della caduta in un canale che alloggiava in una via pubblica all’aperto senza nessuna protezione.

Era stata posta qualche misura affinché la zona risultasse più sicura in previsione dell’evento?

L’istruttoria ha dimostrato che al momento del fatto non vi era alcuna protezione, di alcun genere. Il canale era allo stesso livello della strada, senza che vi fosse alcun tipo di divisorio. Sempre la stessa istruttoria ha dimostrato che entro il mese successivo, quello stesso canale è stato messo in protezione con un parapetto ed un marciapiede. La messa in sicurezza poteva essere compiuta in fase antecedente e la criticità di quella zona era stata anche precedentemente segnalata dalla popolazione. Anche la pubblica amministrazione era stata attenzioni dal momento che erano cadute sia auto che bimbi e diverse persone vi erano scivolate. Era una zona evidentemente pericolosa, talmente da essere inserita nella zona PAI (Piano di asetto idrogeologico). Impugneremo certamente la sentenza. Vediamo quali saranno gli esiti degli altri procedimenti penali, che dovrebbero essere nel numero di tre o quattro, allargando la cerchia a diversi ambiti ed altri soggetti.

L’allerta meteo quando è stata emessa? E come è possibile che lo stato di emergenza non abbia portato a nessuna ammissione di responsabilità?

Questo è il centro del processo. Paradossale che si parli di evento imprevedibile quando l’evento nella sua massima drammaticità era stato preceduto da un’allerta meteo con criticità elevata, al suo livello massimo. Allerta meteo emanata già dalle ore 16 del giorno 17, l’evento poi si è verificato il 18. L’avviso di allerta è stato proclamato dalla protezione civile nazionale e che poi è stato trasmesso negli uffici della protezione civile di Olbia. Nessun atto concreto è stato posto. Le scuole non sono state chiuse ma chiuse con atto urgente per i giorni 19-20-21 anche se i decessi sono del giorno 18. Parlare di evento imprevedibile è assurdo, nulla è stato compiuto.

Cosa si aspetta dalle motivazioni?

E’ stata applicata la formula assolutoria più ampia possibile: perché il fatto non sussiste. Mi attendo una motivazione che protegga questa sentenza e le responsabilità non sono arginabili. Si tratta di concause e responsabilità plurime, che devono essere frazionate in ragione dei ruoli. Vorrei aggiungere, anche se forse il confronto non è propriamente tecnico: il sindaco di Genova è stato condannato perché avrebbe ritardato di due ore il COC. La sentenza è stata ritenuta a tal punto mite che la procura generale la impugna, Olbia non lo applica e vengono assolti. 

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