Oggi è l’anniversario della nascita di Primo Carnera, venuto al mondo a Sequals in Friuli, il 25 ottobre 1906. E’ stato un bravissimo pugile capace di conquistare il titolo Mondiale per primo, tra i nostri rappresentanti, della categoria regina, i Pesi Massimi. Aveva iniziato come lottatore nei circhi francesi e tedeschi, visto che il padre, per mantenere la famiglia, lavorava da mosaicista all’estero. Carnera, una volta smessa l’attività agonistica, sarà anche un attore, come capiterà in seguito a tante star del mondo del sport idonee a frequentare tornei di livello assoluto.

In Europa vince 14 incontri e ne perde per poi trasferirsi negli Stanti Uniti alla fine del 1929. Erano gli anni del proibizionismo, ma soprattutto della Grande Depressione, la primissima grave crisi economica. Ma gli italo-americani, anche quelli non proprio da frequentare, su di lui investono tantissime risorse. E lui vince negli States 23 incontri 16 dei quali prima del limite.

Diventa Campione del Mondo il 29 giugno 1933 mandando ko Jack Sharkey, di Boston, che in realtà si chiamava Zukauskas, di chiare origini lituane. Carnera lo affronta al Madison Square Garden di New York e vince per knock-out al 6° round.

Carnera era il primo italiano campione del mondo di pugilato e scrisse due telegrammi di ringraziamento: il primo era indirizzato alla madre, il secondo a Benito Mussolini. Infatti, come avvenne anche in Argentina per i Mondiali del 1978 di Calcio, tutti gli avvenimenti di livello planetario erano terreno fertile per ogni dittatura e per la relativa propaganda.

E il boxeur friulano si conferma a Roma contro lo spangolo Paulino Uzcudun a Piazza di Siena, davanti al Duce Benito Mussolini.

Le prime sconfitte di un certo peso arrivano nel 1934 e a seguire: la prima contro Max Baer, che lo manda più volte al tappeto, causando lo slogamento di una caviglia che costrinse l’arbitro all’interruzione, all’11° ripresa.

Proverà a risalire vincendo 3 incontri tra Buenos Aires e gli Stati Uniti superando l’italo-argentino Vicotrio Campolo, lo statunitense Harris, e l’estone Erwin Kalusner. Ma incapperà nell’astro nascente Joe Louis, che vince al 6° round per KOT.

Dopo la caduta del regime fascista, Carnera fa ritorno in patria, ma viene travolto dalle accuse dei partigiani per la sua vicinanza al regime di Mussolini: si salvò solo grazie all’intervento del Comandante Leonardo Picco, Capo di Stato Maggiore delle Brigate Osoppo, detto Comandante Tom.

Il 22 luglio 1945, trentanovenne, il pugile torna sul ring, allo stadio di Udine, e vince con il francese Michel Blevens, andato giù alla terza ripresa. 60 giorni dopo, a Trieste, manda giù addirittura alla prima ripresa l’americano Sam Gardner. Gli ultimi tre incontri porteranno altrettante sconfitte, con l’ex campione europei dei MedioMassimi, Luigi Musina, e nel 1946 ne perde due ai punti. Finisce la parabola agonistica, Carnera, restando nella storia dello Sport per aver rappresentato al meglio l’Italia nel mondo ed essere stato il primo dei nostri a conquistare il titolo pugilistico sogno di una vita intera per tutte le generazioni: quello di Campione del Mondo dei Pesi Massimi.

Portandosi appresso il diabete, muore il 29 giugno del 1967 a Sequals. Ma è stato un atleta dal coraggio esemplare, tramandato dai nonni e dai padri di tanti italiani.