Una storia riportata alla memoria dal recente film “Dunkirk” di Christopher Nolan: Maggio 1940, Seconda Guerra Mondiale, fronte occidentale, un gruppo di armate tedesche avanza da est, il grosso delle forze corazzate intanto raggiunge la Manica spingendosi fino a 20 chilometri da Dunkerque. Inglesi e francesi a quel punto sono in trappola, l’annientamento pare inevitabile, ma, Adolf Hitler improvvisamente decide di fermare le forze corazzate. Così, l’evacuazione di circa 300.000 uomini, cioè quell’operazione passata alla storia come “il miracolo di Dunkerque”, divenne possibile. Se ne è parlato a Radio Cusano Campus a “La Storia Oscura”, trasmissione curata e condotta da Fabio Camillacci (dal lunedi al venerdi dalle 13 alle 15). Tra gli altri è intervenuto Giuliano Caroli, professore ordinario di Storia delle Relazioni Internazionali all’Università Niccolò Cusano.
L’approfondimento è partito da un assunto di base: 77 anni dopo, sull’intera vicenda, aleggia ancora un grande punto interrogativo, perché il Fuhrer del Terzo Reich fermò quell’avanzata a tenaglia delle sue truppe corazzate? “E’ un interrogativo questo –ha esordito Caroli- che si è prestato a diverse intepretazioni da parte degli storici. Per esempio, sulla base della grande strategia di Hitler, il famoso storico tedesco Gruber motiva questa mancata distruzione totale delle forze del corpo di spedizione britannico a Dunkerque, con la volontà del Fuher di non affondare troppo il coltello nei confronti dell’Inghilterra di Churchill. Infatti, Gruber sostiene che appunto nella grande strategia di Hitler la Gran Bretagna occupava un posto molto importante, soprattutto in futuro e bisognava convincerla di non essere più quella grande potenza mondiale che era stata in passato e di limitarsi quindi al dominio dei mari, mari che almeno in quella fase storica non interessavano a Hitler. E sotto sotto Hitler pensava e sperava sempre di portare dalla sua parte l’Inghilterra dell’anti-comunista Churchill per sferrare insieme l’attacco all’URSS di Stalin. Graziare tutti quei soldati inglesi era un bel modo per tendere la mano alla Gran Bretagna”.
Le altre ipotesi sull’alt ordinato da Hitler. Delle tante ipotesi fatte, quella illustrata dal docente dell’Unicusano è considerata la più vicina alla verità in merito alla strana decisione del leader nazista. Ma il professor Caroli ha aggiunto: “Un’altra ipotesi è che Hitler frenò le famose Panzer-Division della Wermacht perché voleva conservarle per il rafforzamento dell’altra direttrice di attacco, cioè quella principale che poi piegò la Francia portandola all’armistizio e all’occupazione tedesca; anche perché le stesse forze corazzate avevano già molti problemi alla luce dello sforzo bellico portato avanti fin lì a partire dal primo settembre 1939. Praticamente in 9 mesi la Germania aveva conquistato: Polonia, Danimarca, Norvegia, Belgio, Olanda e Lussemburgo e ora puntava sulla Francia combattendo contro l’esercito transalpino e quello inglese giunto in aiuto degli stessi francesi. Insomma, un grande dispendio di uomini e mezzi per la guerra-lampo della Germania nazista che non fu certo una passeggiata per quanto vincente”.
“L’Operazione Dynamo”. Accerchiate ma risparmiate dai tedeschi per decisione di Hitler, le truppe britanniche poterono organizzare l’evacuazione dalla sacca di Dunkerque via mare, la famosa “Operazione Dynamo” che riuscì anche grazie alla resistenza dell’esercito francese: “Probabilmente -ha sottolineato il professor Caroli- senza il sostegno dell’esercito francese l’operazione Dynamo non sarebbe riuscita. Perchè su varie parti del famoso perimetro di Dunkerque che andava sempre più restringendosi, le forze transalpine combatterono strenuamente e valorosamente. Non a caso in un primo momento, proprio grazie all’opera dell’esercito francese, i vertici militari inglesi avevano anche pensato di provare a resistere senza reimbarcare le truppe come invece poi fu fatto. Il reimbarco però fu reso obbligato dalla crescente pressione tedesca. Churchill non volle assolutamente sacrificare altri uomini, anche perché la guerra cominciata in Europa stava diventando mondiale e la Gran Bretagna aveva anche tante colonie a cui pensare”.
Il ruolo della Raf. Senza dimenticare che per la riuscita dell’operazione Dynamo fu determinante il ruolo dell’aviazione britannica con la Raf abile a tenere testa alla Luftwaffe capitanata dal numero due del Reich: Hermann Goering. Quella stessa Luftwaffe che provò a impedire il reimbarco delle forze inglesi palesando però gravi lacune anche per colpa delle condizioni meteo. E qui si innesta un’altra ipotesi formulata da alcuni storici a proposito della decisione di Hitler di fermare l’avanzata delle truppe corazzate su Dunkerque: frenare le velleità dei generali della Wermacht preferendo, per motivi anche politici, dare gloria al suo fido Goering leader dell’aviazione germanica: “Sì, si può anche ragionare su questa ipotesi per tornare all’interrogativo iniziale -ha precisato lo storico dell’Unicusano- anche se bisogna ricordare che proprio in quel momento Hitler aveva raggiunto un grande successo personale. Infatti, prima dell’attacco sferrato sul fronte occidentale, alcuni generali tedeschi nutrivano perplessità sulla capacità di vincere la guerra, almeno in quella fase. Hitler dimostrò loro di aver avuto ragione. Quindi Hitler in quel momento era al culmine del potere e della popolarità, era al parossismo del prestigio e del carisma e non aveva certo bisogno di manovre politiche per tenere a bada lo Stato Maggiore tedesco. Al massimo, poteva nutrire qualche piccolo timore nei confronti dell’eccessivo potere raggiunto dalla Wermacht dopo le tante imprese militari. Quindi, anche questa rimane solo un’ipotesi”.
Errore tedesco? Al di là di tutto, molti storici scrivono che l’errore più grave dei tedeschi fu quello di considerare la sacca di Dunkerque come un fronte ormai secondario. Evidentemente, Hitler ormai bramava di arrivare quanto prima a Parigi: quello era il suo obiettivo principale. Forse anche per questo risparmiò inglesi e francesi a Dunkerque: “Certamente -ha confermato il professor Caroli- la Francia per la Germania era l’avversario più importante da debellare e occupare al più presto, anche nel ricordo dei fatti della Prima Guerra Mondiale”.
Dunkirk. Infine, lente d’ingrandimento sull’operazione Dynamo protagonista del film di Nolan “Dunkirk”, che vide la mobilitazione dell’intero popolo britannico come ha raccontato lo storico dell’Università Niccolò Cusano: “Churchill, a conferma della grande abilità inglese nell’improvvisazione, mobilitò l’intera Nazione per evacuare le truppe da Dunkerque. Pertanto, si mossero anche i privati, i singoli cittadini inglesi. E così, semplici yacht, piccoli natanti, imbarcazioni di ogni genere aiutarono e affiancarono le navi militari della Royal Navy per mettere in salvo e riportare in patria migliaia di soldati inglesi e francesi. Ma per consentire tutto questo fu determinante la difesa aerea e quindi il ruolo svolto dalla Raf con gli aerei Spitfire e Hurricane che si dimostrarono superiori agli Stuka tedeschi. Uno scenario bissato qualche mese dopo nella Battaglia d’Inghilterra”.
Analisi finale. Possiamo concludere mutuando quanto scritto dallo storico Stephen Webbe: Dunkerque è stata una catastrofe mitigata non un miracolo, solo grazie a un errore di calcolo dei tedeschi, o a una loro volontà, e alla tenacia e alle capacità d’improvvisazione degli Alleati; anche se la Gran Bretagna se ne esaltò come per una vittoria perché con uno sforzo supremo Hitler si era vista strappare la preda e sembrava giusto congratularsi con se stessi.