Le serve è una “commedia tragica, una storia molto semplice” secondo Anna Bonaiuto, intervenuta a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus. L’opera di Jean Genet andrà in scena al Teatro Palladium, a Garbatella, dal 19 al 22 ottobre prossimi.

Le serve “tutte le sere fingono di uccidere la signora. Neanche in teatro esistono possibilità di riscatto di una situazione difficile come queste. Le serve vorrebbero essere la signora, e desiderano di vederla morta. Come quando non si riesce ad ottenere qualcosa. Anche in le serve non c’è speranza per gli ultimi, per chi non ha identità. Le tre esistono soltanto nel ruolo di servitù, ma anche la signora. La padrona esiste nei suoi profumi, nei suoi oggetti. Esistono dei vuoti che si prova a far rivivere”, ha affermato Bonaiuto.

Il problema delle protagonista è “di non essere, di vivere una vita senza essere considerati persone.”

Perché le protagoniste non sono quello che sognano di poter diventare?

Perché “l’ambiente in cui sei nato condiziona tutta la tua vita. Anche il luogo stesso in cui sei nato, le parole che hai sentito. Si tratta di non esistenze che a contatto con la ricchezza e qualcosa che loro non avranno mai scatena la follia. Le caratteristiche che avrebbero dovuto avere sono quelle che ha chi proviene da un luogo bello di risorse culturali, intellettuali. Non un luogo della bellezza degli oggetti. Anche la bontà è di chi proviene da certi ambienti, è un privilegio, ma se la possono permettersela solo alcuni”, ha aggiunto Anna Bonaiuto.

Le serve sono interpretate da Manuela Mandracchia, Anna Bonaiuto e Vanessa Gravina. Tra le tre c’è un buon feeling, il tempo di preparazione dello spettacolo è stato piacevole, è passato velocemente.E in conclusione, sul caso Asia Argento la Bonaiuto ha detto: “Sono situazioni toccate a tutte in tutti gli ambienti. Le donne sono capaci di cambiamenti, per gli uomini questa parola è oscura. Dentro c’è anche un gioco mediatico importante: ora ognuna racconta perché finisce sui giornali. Tutto questo caso su un produttore mi pare eccessivo, quando il mondo è pieno di queste persone che hanno vissuto le stesse difficoltà, ovunque.”

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