Alternanza scuola lavoro torna al centro dell’attenzione dei grandi media in concomitanza con la ripresa del nuovo anno scolastico. Progetto sperimentale fino alla scorsa stagione, da quest’anno entrerà a regime coinvolgendo per la prima volta anche le classi quinte: 400 le ore che dovranno essere svolte negli istituti tecnici e professionali, 200 nei licei, che rappresentano un innovativo format didattico rispetto alle tradizionali attività scolastiche e possono essere svolte anche durante la sospensione delle attività didattiche e/o all’estero.
Con l’alternanza scuola lavoro, viene introdotto in maniera universale un metodo didattico e di apprendimento sintonizzato con le esigenze del mondo esterno che chiama in causa anche gli adulti, nel loro ruolo di tutor interni (docenti) e tutor esterni (referenti della realtà ospitante). L’alternanza favorisce la comunicazione intergenerazionale, pone le basi per uno scambio di esperienze e crescita reciproca. Almeno questo nelle intenzioni iniziali.
Quello che è successo dopo, insoddisfazione per i progetti scelti, sfruttamento, orari estenuanti, mancanza di una carta dei diritti e dei doveri e poca aderenza tra progetti e competenze acquisite a scuola, ha portato alla prima grande manifestazione della scuola per questo avvio di anno. Milioni di studenti sono scesi in piazza lo scorso 13 Ottobre in oltre 70 città d’Italia per dire no ad un’alternanza che delude, sfrutta e indispettisce, senza nessun tipo di ritorno in fatto di competenze acquisite.
La situazione più allarmante riguarda le 200 ore che spettano ai licei: oltre all’oggettiva mancanza di aziende disponibili che hanno aderito al Registro nazionale delle imprese, si pone l’ostacolo, fin qui risultato insormontabile, di trovare stage aderenti ai percorsi dei liceali, che vadano oltre il portare caffè, fare fotocopie o, nei casi migliori, archiviare libri in biblioteca. Nella scorsa stagione centinaia di studenti liceali della Capitale hanno trovato il loro percorso ideale all’interno degli studi di Radio Cusano campus, dove hanno vissuto una settimana gomito a gomito con tecnici, registi e speaker della radio, giocando molto seriamente a calarsi nei diversi profili professionali che si muovono in questo mondo così affascinante.
L’avventura dello scorso anno si è conclusa con una giornata di festa nell’Aula magna dell’Università Niccolò Cusano, a Roma, dove si è celebrata la tappa conclusiva del progetto di ‘Alternanza scuola lavoro Radio Cusano Campus 2016/2017‘. A testimonianza dell’impegno dell’ateneo rivolto ai percorsi di Asl, è stato firmato un Protocollo d’intesa tra Miur, Ufficio scolastico regionale per il Lazio e Università Niccolò Cusano.
“L’alternanza scuola-lavoro è una delle grandi novità della legge 107 che permette ai ragazzi di accostarsi al mondo del lavoro, favorendo così le loro future scelte lavorative” ha dichiarato Gildo De Angelis, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio. “Fino ad oggi l’Ufficio scolastico regionale ha sottoscritto 16 protocolli di intesa– ha spiegato- con una serie di soggetti esterni, con le università e il mondo del lavoro per consentire ai ragazzi di poter scegliere. Le difficoltà ci sono soprattutto perché nel Lazio non ci sono tutte quelle industrie presenti in altre regioni del Nord, quindi dobbiamo adattarci con quello che abbiamo”.
Una legge, la 107, che permette loro di usufruire anche di strumenti utili alla valutazione del percorso svolto, come ha ricordato Fabrizio Proietti, dirigente Miur per gli Ordinamenti scolastici e la Valutazione del sistema: “Questo convegno oggi è stato molto interessante perché abbiamo avuto l’opportunità di ascoltare i ragazzi, ma ritengo sia molto importante che in un’esperienza di alternanza scuola lavoro i ragazzi sappiano quali sono le regole che governano l’intero sistema dell’alternanza. Si è notato che magari non sanno quali sono i canali di comunicazione- ha concluso- primo fra tutti questo giudizio che la legge prevede che diano gli studenti sull’efficacia e la coerenza dei percorsi di alternanza”.
I novelli conduttori radiofonici si sono cimentati in diverse attività, tra cui: la lettura critica dei quotidiani sotto la guida del professore di Storia contemporanea della Cusano, Silvio Berardi; preparare una trasmissione radiofonica; svolgere un’intervista; scoprire i segreti della diretta e del montaggio radiofonico; capire come funziona la post-produzione di un programma radiofonico; capire e partecipare alla ‘costruzione’ di un giornale radio.
Il progetto ‘Alternanza scuola-lavoro dell’UniCusano prevede: 25 ragazzi a settimana ospitati presso Radio Cusano Campus; 40 ore settimanali per un progetto formativo che prevede 200 ore per i licei e 400 ore per gli istituti tecnici e professionali; al termine del percorso l’ateneo rilascia un attestato nominativo che i ragazzi potranno trasformare in crediti scolastici o universitari. E quest’anno si riparte, con lo stesso entusiasmo e una voglia ancor più grande di far conoscere ai giovani studenti della Capitale il fantastico mondo della radio e della comunicazione, magari alla scoperta di qualche giovane talento.