Sembra ci sia una reale possibilità di svolta nel caso di Denise Pipitone, la bambina di Mazara del Vallo, scomparsa nel nulla all’età di 7 anni, nel 2004. Da quel maledetto giorno, la mamma della bambina, che ora avrebbe 20 anni, non si è mai arresa e non ha mai smesso di cercarla, anche quando sembrava non ci fosse più alcuna speranza. Adesso invece, sembra che qualcosa sia cambiato, dopo che alla redazione di “Chi l’ha visto?” ha mostrato la foto di una ragazza molto simile all’immagine di invecchiamento della ragazza realizzata dal Ris.
La procura riapre il caso di Denise Pipitone
Dopo oltre tredici anni e a pochi mesi dall’assoluzione della sorellastra Jessica Pulizzi dall’accusa di sequestro di persona, una foto mostrata durante il programma “Chi l’ha visto” potrebbe riaprire il caso.
La Procura di Marsala ha inviato ai carabinieri di Messina le impronte rilevate in vari luoghi dagli investigatori e su diverse auto a Mazara del Vallo dove la piccola Denise Pipitone è scomparsa il 1 settembre 2004. Grazie a tecnologie molto sofisticate, ad oggi è infatti possibile rilevare tracce di DNA anche dalle impronte digitali. Tramite questi accertamenti è possibile verificare l’eventuale presenza di Denise in un luogo.
Già la scorsa primavera, Piera Maggio – madre di Denise Pipitone- insieme al suo legale aveva chiesto accertamenti su alcune impronte, mentre la Procura ora ha esteso l’esame a tutte le impronte a suo tempo rilevate.
“Agnese Virgillitto ha avuto questa segnalazione da una fonte anonima e noi abbiamo fatto questa richiesta perché abbiamo verificato tra le carte che, effettivamente, potevano essere fatte queste ulteriori analisi”.
“Sono queste le dichiarazione, durante la trasmissione, dello stesso legale e continua: “La novità è che la Procura della Repubblica sta valutando tutti i frammenti d’impronta che erano stati rilevati all’epoca dei fatti in diversi luoghi che possono essere interessanti sotto il profilo investigativo. Non è stata trovata nessun impronta di manina, in realtà sono state trovate diverse dimensioni di frammenti d’impronta, polpastrelli più o meno grandi ma non è detto che siano di un minore”.
“Per questo bisogna stare molto cauti. E’ un’indagine generalizzata ma è certo che, se dal frammento d’impronta che rilascia sudore e grasso, è possibile trarre, con le tecniche più avanzate di oggi, il dna (ricordo che non abbiamo l’impronta digitale di Denise ma abbiamo il dna) è un passaggio estremamente importante”.