Michele Calantropo, avvocato difensore dell’uomo che si trova in carcere, con l’accusa di essere uno dei più pericolosi trafficanti di esseri umani, è intervenuto ai microfoni di Legge e Giustizia, trasmissione condotta da Matteo Torrioli, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

 Il legale: “In carcere un innocente mentre il trafficante di esseri umani è ancora a piede libero”

Sta venendo fuori la verità che riguarda Medhanie Tesfamariam Berhe, l’uomo che, secondo molte fonti e testimoni, è stato arrestato e scambiato per il noto trafficante di esseri umani Medhanie Yehdego Mered. In carcere da più di un anno e mezzo, l’uomo, assistito dall’avvocato Michele Calantropo, sta lottando per vedersi riconosciuta la propria identità e togliersi di dosso le infamanti accuse che gli vengono contestate. “Sono stato contattato dai familiari che avevano visto le immagini televisive dell’arresto di Medhanie Tesfamariam Berhe – ha spiegato –

Parlai con la sorella, che vive in Norvegia. Erano sconvolti perché sapevano che non era trafficante di esseri umani e che soprattutto non era Medhanie Yehdego Mered. I familiari mi mandarono subito dei documenti. Lo incontrai per la prima volta a Roma e già nel primo interrogatorio del 9 giugno 2016 a Rebibbia spiegò il clamoroso errore di persona.Il 4 luglio iniziò l’udienza preliminare.

Nel frattempo avevamo trovato due testimoni oculari che erano arrivati in Italia tramite il vero trafficante di esseri umani.

Ciò nonostante, lui è stato rinviato a giudizio. Abbiamo anche ricevuto dal foreign office eritreo la copia conforme della carta d’identità del mio cliente che si chiama Medhanie Tesfamariam Berhe. Sono convinto che non sia lui il trafficante. Se avessi avuto dubbi non avrei preso il caso”. L’annuncio dell’arresto del presunto Mered fece il giro del Mondo, accolta con grande soddisfazione da diverse Nazioni. “Le indagini fatte dall’Italia sono state svolte in maniera egregia. Il problema sorge quando l’Italia si affida alla polizia sudanese per l’individuazione del trafficante.

Il Sudan è uno dei Paesi più corrotti al mondo, il terzo in questa particolare classifica. Un collaboratore di giustizia, portato in udienza dalla Procura di Palmero, ha confermato che il vero trafficante paga i più alti ufficiali del governo sudanese per continuare i suoi traffici”.

Come mai, nonostante tutte queste evidenze, Medhanie Tesfamariam Berhe è ancora in carcere?

“Ci sono delle consulenza disposte dalla Procure ed eseguite da alcuni consulenti che sostengono il coinvolgimento del mio clienti nei fatti contestati dai capi d’imputazione. Solo il processo può stabilire chi è colpevole e chi è innocente. Finora i miei testimoni non sono stati sentiti. Qui il problema più grande è che il vero trafficante non è in galera e io devo dimostrare che chi è invece oggi in galera non ci dovrebbe stare perché è un’altra persona. Stiamo processando Medhanie Yehdego Mered ma in carcere c’è Medhanie Tesfamariam Berhe. Pensate, dal carcere non può parlare con i suoi familiari perché, ovviamente, i suoi legami parentali non risultano dato che è in galera con un nome che non è il suo. Insomma, da un anno e mezzo lui può vedere solo me ed il suo interprete”.

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