La Boschi e gli stipendi delle calciatrici? Sembra uno strano matrimonio ma di fatto è un’unione che c’è stata. La politica del Pd può piacere o meno ma è indubbio che sappia il fatto suo e che sappia anche argomentare le sue idee. Ecco perché, ogni volta che parla, scoppia il putiferio. Le dichiarazioni della Boschi sui salari nel calcio femminile ne sono (ennesima) riprova. In un discorso più ampio e con l’idea di non venire mai meno al suo ruolo istituzionale, la toscana ha twittato sul tema e da là è partito un attacco imperiale degli haters. Chi la prendeva in giro, chi la insultava e chi faceva contro-politica. Cos’avrà mai detto di assurdo? Scopriamo il tweet della Boschi sulla situazione dei guadagni delle giocatrici di calcio e quel che ha generato sul web.
La Boschi sugli stipendi delle calciatrici ha così twittato sul suo profilo ufficiale:
«Norvegia: sancita parità salariale tra calciatori e calciatrici. Domani con @LottiLuca daremo vita a tavolo di lavoro su questi temi»
Norvegia: sancita parità salariale tra calciatori e calciatrici. Domani con @LottiLuca daremo vita a tavolo di lavoro su questi temi.#avanti
— maria elena boschi (@meb) 9 ottobre 2017
La sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, come sempre, ha generato il marasma in rete. E’ molto amata ma anche molto odiata e non è mancato chi ha ironizzato che forse, nella scala delle priorità, bisognasse pensare prima alla categoria degli operai. Alcuni detrattori, poi, hanno detto che si trattava di un hackeraggio dell’account mentre altri hanno ricordato alla donna i problemi dei poveri, dei pensionati, dei terremotati e dei giovani disoccupati. Ci sono anche stati sfottò divertenti sulle parole della Boschi sul calcio femminile con tweet che le hanno consigliato di dedicarsi al bungee jumping o all’ippica. Il più divertente? Eccolo:
«Prossimo goal la parità salariale tra astronauta (femmina) ed astronauto (maschio) !!!»
La parità salariale tra uomini e donne in Norvegia
Il confronto della politica col paese scandinavo non è andato giù a tutti. Anche solo confrontare la Norvegia con l’Italia fa sorridere per gradi di civiltà molto distanti. L’ex capitano e CT della nostra Nazionale femminile Carolina Morace, in merito, ha scritto su Twitter:
«In Norvegia sono avanti anni luce, è una società che rispetta davvero i generi, da noi è una cosa impensabile»
Gli impegni della Boschi
Forse quel che ha detto la Boschi sugli stipendi delle calciatrici ha acceso la polemica per via della sua vita, mostrata su Instagram, molto intensa ma, a detta di alcuni, molto poco fattiva. Negli ultimi mesi il Sottosegretario è passata dalla festa della donna dell’ 8 marzo al Lingotto di Torino a New York per guidare all’Onu la delegazione alla Commission on the Status of Women. Dopo un incontro con Ivanka Trump a Roma, poi, ha discusso di parità nelle carriere scientifiche al G7 di Taormina.
Le calciatrici più forti
Considerato che se ne parla, l’occasione è propizia per avere chiaro in testa il mondo del calcio femminile che, ovviamente, non gode dello stesso prestigio di quello maschile. Chi sono le campionesse del pallone? Ecco una lista:
- Marta (Forward, Brazil);
- Mia Hamm (Forward, USA);
- Michelle Akers (Forward/defensive midfielder, USA);
- Birgit Prinz (Forward/attacking midfielder, Germany);
- Sun Wen (forward, China);
- Abby Wambach (forward, USA);
- Homare Sawa (Forward, Japan);
- Kelly Smith (Forward, England);
- Christine Sinclair (Forward, Canada);
- Nadine Angerer (Goalkeeper, Germany);
- Kristine Lilly (Midfielder/forward, USA);
- Hege Riise (Midfielder, Norway);
- Sissi (Midfielder, Brazil);
- Briana Scurry (Goalkeeper, USA);
- Carin Jennings-Gabarra (Midfielder, USA):
- Joy Fawcett (Defender, USA);
- Pia Sundhage (Forward/midfielder);
- Hope Solo (Goalkeeper, USA);
- Lily Parr (Forward, England);
- Silke Rottenberg (Goalkeeper, Germany).
Ma sono anche le giocatrici di calcio più pagate? Giudicatelo da soli scorrendo la classifica:
- Marta Vieira da Silva – $500.000: Il numero 10 del calcio femminile, brasiliana, detiene il record di gol segnati nei Mondiali (15 gol). Giocatrice dell’anno FIFA nel 2006, 2007, 2008, 2009 e 2010. Gioca in Svezia, nel Rösengard;
- Alex Morgan – $450.000: Stella del calcio femminile e della nazionale statunitense. Medaglia d’oro a Pechino e Londra. Ad inizio 2017, ha deciso di trasferirsi in Europa per 6 mesi, per vincere la Champions con il Lione;
- Abby Wambach – $300.000: La punta americana è la top-scorer internazionale a livello di selezioni nazionali (170 gol). Giocatrice dell’anno della Fifa nel 2012. Si è ritirata nel 2015, dopo la vittoria del Mondiale;
- Sydney Leroux – $92,500: Calciatrice del FC Kansas City. Medaglia d’oro con gli Stati Uniti a Londra 2012;
- Nicole Banecki – $90.000: Giocatrice tedesca, di origine camerunense. Una delle stelle in patria con la divisa del SC Friburgo;
- Amandine Henry – $70.000: Seconda miglior giocatrice del Mondiale di Canada 2015 con la maglia della selezione francese. Attualmente gioca per i Portland Thorns FC, negli Stati Uniti;
- Nilla Fischer – $67.500 anuales: giocatrice svedese di caratura internazionale. Difende i colori del club tedesco Wolfsburg;
- Hope Solo – $65.000: portiere statunitense dei Seattle Reing FC. Medaglia d’oro Olimpica nel 2008 a Pechino e nel 2012 a Londra;
- Jonelle Filigno – $60.000: giocatrice canadese che gioca per il Sky Blue FC. Medaglia di bronzo a Londra 2012;
- Laure Boulleau – $60.000: giocatrice del Paris Saint-Germain e della nazionale francese.
E’ chiaro che la proposta di Maria Elena Boschi sugli stipendi delle calciatrici sia una questione da contestualizzare. Il fatto di averne parlato sul suo profilo Twitter non ne fa un tema caldo o prioritario ma solo un passaggio da tenere a mente grazie allo spunto dell’attualità norvegese. A prescindere dalle vostre idee politiche sull’operato del Sottosegretario, è indubbio che sia un perfetto esempio di come sia complessa da gestire la comunicazione sul web e, più nello specifico, sui social network. Tutti hanno diritto ad esprimere la propria opinione, lo sancisce l’articolo 21 della Costituzione Italiana, ma il confine tra questa libertà e la possibilità di sfogare le proprie frustrazioni è sottile. Forse, questo sì, è un punto cardine su cui legiferare il prima possibile.