La carne rossa fa male? Differentemente dalla carne bianca, quella rossa finisce spesso sotto accusa per gli effetti che può avere sulla salute di chi l’assume. Se da un lato ha il pregio di apportare nutrienti preziosi come il ferro, d’altra parte, è stato reso noto più volte che il suo eccessivo consumo (soprattutto se lavorata) può essere causa di tumori.
La carne rossa fa male?
L’Airc, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, ha spiegato come stanno veramente le cose. Un consumo moderato di carne rossa, quindi due volte a settimana, anche tre, resta accettabile. Consumarne una quantità eccessiva, invece, aumenta il rischio di sviluppare tumori. Quando queste sono lavorate o in scatola, a maggior ragione bisogna evitarle e consumarle solo saltuariamente.
“Nessuna patologia è causata soltanto dal consumo di carne rossa”
Tra i tumori, il rischio aumenta soprattutto per quelli legati all’apparato gastro intestinale, come il cancro allo stomaco o al colon-retto, ma anche per alcuni tumori “ormone-dipendenti” come quello alla prostata, all’endometrio o al seno.
“Le proteine animali sono costituite dalle stesse molecole chimiche di quelle vegetali, gli amminoacidi. A fare male, nel caso di consumo eccessivo, è il modo in cui interagiscono con l’organismo: per esempio la conservazione, nel caso delle carni lavorate, o le modalità di cottura, che modificano le molecole presenti rendendole potenzialmente dannose per la salute. Nel processo si formano anche sostanze, come le ammine eterocicliche, potenzialmente tossiche e cancerogene.”
Quali sono le dosi massime consigliate?
Secondo il World Cancer Research Fund, bisogna consumare al massimo 300 grammi alla settimana e non oltre, senza dimenticare le famose cinque porzioni di frutta e verdura per un totale di almeno 400 grammi al giorno.
Lo IARC ha, invece, concluso che il consumo sotto i 500 grammi settimanali non costituisce un pericolo per la salute.