Elena Centemero, politico, parlamentare e presidente della commissione Equality and Non discrimination del Consiglio d’Europa, ai microfoni di Radio Cusano Campus nella trasmissione di Alessio Moriggi per illustrare la situazione attuale del sistema accademico nazionale.
Malattia circoscritta o epidemia diffusa?
“Siamo di fronte ad un sistema di leggi che riguarda innanzitutto delle persone. Questo in esplicazione del fatto che nonostante l’esistenza di leggi dure, come quella della riforma Gelmini, che ha arginato il fenomeno del nipotismo, il numero di persone che raggirano e non applicano le leggi rimane pressoché invariato. Quindi nonostante leggi buone, ci troviamo in una situazione in cui molte persone sono prive di un’etica pubblica”.
Sistema ingessato
“Siamo in un mondo globale. È normale e giusto che i cervelli circolino in entrambi i sensi, in entrata e in uscita dal nostro Paese che forma straordinari cervelli. È ovvio quindi che un ricercatore cerca poi di andare a far ricerca e insegnare nelle migliori università che riguardano la propria disciplina. All’interno del nostro sistema però c’è una falla. La troppa rigidità e la mancanza di personale fanno si che il nostro sistema accademico rimanga così ingessato. A mio parere infatti bisognerebbe intervenire sulla questione organica e sulle commissioni d’esame attraverso una modifica e un ringiovanimento strutturale”.
Politiche di orientamento
“Sono favorevole al numero chiuso. Vi propongo un esempio. Se la facoltà di medicina fosse a numero aperto, gli studenti, una volta terminata la carriera, dove andrebbero a lavorare se noi non disponiamo in primis delle strutture? La soluzione è indirizzare le carriere universitarie dei giovani e incentivarli con piccoli investimenti, in modo tale da rispondere perfettamente all’offerta di mercato”.
Rinnovare il sistema
“Per ciò che concerne le indagini dell’O.C.S.E. è vero che siamo la nazione con un tasso di laureati basso, ma ciò è dovuto alla lunghezza del nostro sistema. Il 3+2 ha fallito e ora sarà compito dei sindacati rimediare a tale problema.
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