“Sara Tommasi sta benissimo”, lo dice Mario De Giorgio, legale di Sara Tommasi, ai microfoni di Radio Cusano Campus nella trasmissione “Legge o Giustizia” condotta da Matteo Torrioli ed Edoardo Caianiello, durante il processo nei confronti del suo ex agente Fabrizio Chinaglia.
De Giorgio, legale anche di Pietro Maso, non ha dubbi…
“Se in Maso ho visto una spilla di umanità, in Chinaglia no”. Ed è quest’ultimo il responsabile del periodo buio della sua assistita che in un vortice scabroso alimentato dalla cocaina oggi si presenta a processo gravato da un’infinità di terribili capi di imputazione, al termine di una vicenda in cui la droga era l’arma per approfittarsi attraverso le difficoltà psichiche della Tommasi, della sua mente e soprattutto del suo corpo.
La Tommasi oggi disintossicata, nella sua normalità si presenta a processo per difendersi e per riabilitare la sua persona, seppur lasciata sola da media e mondo dello spettacolo, le cause le spiega il suo legale: “Non è in grado di simulare pianti e nessuno si è fatto sentire con lei, colpa dei chili di troppo e del fatto che non ha soldi”.
Che capi di imputazione sono ascritti a Chinaglia?
Alcuni sono ripugnanti, altri orrendi. Detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti, parliamo di cocaina, che lui avrebbe ceduto alla Tommasi nell’agosto del 2013 in un hotel di Milano (Hotel Cervo) al fine di creare questa dipendenza e non è mistero che la signorina Tommasi ne facesso uso. Poi c’è la violenza privata,che si concretizza quando con atteggiamento minaccioso si cerca di costringere una persona verso determinati fini, imponendole dunque di assumere questa sostanza. Poi c’è anche l’estorsione: si sarebbe impossessato di un assegno spettante alla Tommasi con minacce del tipo: “
Ti faccio affogare nel lago di Lecco dai miei amici mafiosi”, “Ti sgozzo”, “Ti sfiguro”, “Ti sparo se voglio, ho una pistola nello zaino”. Ci sono anche delle aggravanti generiche da considerare: un furto per esempio in appartamento, a seguito del quale il Chinaglia avrebbe sottratto un telefono cellulare. Esiste anche la ricettazione: con schiaffi fino a provocare epistassi. Con questo metodo avrebbe costretto a corrispondergli una somma di euro trentamila.
Infine c’è la violenza sessuale: quando si parla di stupri una coscienza comune ha sempre un moto di riprovazione. Questa condotta, sempre animata dagli stupefacenti, era finalizzata a ciò, approfittando della situazione di inferiorità psichica della mia assistita, il tutto in momenti differenti. La Tommasi era affetta da disturbo della personalità, aumentato dalla cocaina, e versava in uno stato di menomazione delle condizioni di intendere e volere durante il quale era costretta a rapporti orali e vaginali, millantando sempre ritorsioni attraverso le sue presunte conoscenze nella malavita.
Pensa che l’opinione pubblica abbia già emesso la sua sentenza?
Io ho una scarsissima considerazione dell’opinione pubblica. Il reato è reato e un delitto è delitto, aldilà delle qualità morali della persona.
Quanto chiederete in sede civile a titolo di risarcimento?
Il signor Chinaglia non ha capacità risarcitoria oppure la nasconde molto bene. Chiederemo una cifra molto contenuta e sarà devoluta in beneficenza.
Come si è arrivato a questo?
Sara Tommasi conduce fino alla laurea una carriera brillante da studentessa, proviene da una famiglia borghese umbra. I soliti famosi della mondanità milanese, oggi in carcere o che hanno scontato pene abbastanza lunghe, trovano una ragazza debole che non so se facesse già uso di cocaina, e su un soggetto come lei gli effetti sono stati più dilaganti. Se io ti offro cocaina e poi approfittandone ti metto nel letto dei miei amici e dato che loro sono grati, mi fanno avere una scrittura o altre utilità. C’è stato qualcuno che furbo ne ha sfruttato la vulnerabilità.
Ha ricevuto sostegno dal mondo dello spettacolo?
No. Non ha più soldi e qualche chilo di troppo, questo il motivo.
Perché a differenza di altri casi la televisione non vuole “riabilitare” Sara Tommasi?
Io difendo Pietro Maso per esempio, e intuivo quella spilla di umanità che nel Chinaglia non ho trovato. Riguardo la mia assistita: Pietro Maso si vende di più, e ingolosisce quelli che io ritengo i veri mostri di questa vicenda. A trent’anni di distanza vendere ancora prodotti televisivi dopo che si è espiata totalmente la pena credo che sia mostruoso non tanto sul piano materiale ma quanto su quello morale, o almeno disdicevole.
La Tommasi forse non riesce a simulare i pianti, ma ora si è disintossicata ed è molto lucida nella visione della realtà e sta mostrando il lato acculturato di persona quale lei è. Non è più manipolabile, lo dico ai vogliosi di approfittarsene. Sta benissimo, non ha più quella disponibilità incondizionata e promiscua che poteva avere qualche tempo fa in cambio di una bustina di cocaina”. Una persona normale, più che normale vista anche la sua cultura. Se si è ridotta così basterebbe andarlo a chiedere a qualche bello di ordinanza che oggi è detenuto.
Parliamo di Fabrizio Corona?
Lo posso solo supporre, ma credo che abbiano avuto anche fasi di intimità.