I divieti della legge nella scelta dei nomi per i bimbi sono svariati, abbiamo voluto ricordare ai neogenitori nel giorno in cui si festeggiano i Francesco/a che è necessario fare attenzione a certe piccole regole per evitare incidenti.
Ne abbiamo parlato con l’avvocato Walter Buscema, fondatore dell’Associazione Nessuno Tocchi Papà.
“I divieti della legge nella scelta dei nomi per bambini hanno subito poche variazioni nel tempo” ha affermato Walter Buscema a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus. , e ha ricordato le regole principali:
- Non è possibile dare ai neonati il nome del padre. Cosa possibile in America con l’aggiunta del termine Junior. In Italia l’unica possibilità è data dalla scelta del nome del padre come secondo nome. Se, ad esempio, il papà si chiama “Marco” sarà possibile chiamare il piccolo “Alessandro Marco”.
- Non è possibile dare lo stesso nome del fratello o delle sorelle viventi.
- Non è possibile assegnare un nome ridicolo o vergognoso. Basti pensare alla vicenda che ha fatto il giro dei giornali che raccontava la storia dell’uomo “che voleva chiamare il figlio “Varenne”, come il nome del famoso cavallo campione. Dare nomi che possono suscitare ilarità non è permesso nel nostro Paese.
- Non è possibile dare al bambino un nome del sesso opposto. Ad esempio è vietato chiamare i figli maschi “Maria”, a volte aggiunto come secondo nome.
Su quest’ultimo punto, però, nel 2012, la Cassazione si è pronunciata sul nome “Andrea” autorizzando “i genitori a chiamare anche le bambine con questo nome solitamente maschile”.
I divieti della legge rispetto ai nomi da attribuire ai bambini cambiano a seconda delle nazioni; ad esempio in Italia è proibito chiamare un bambino “Venerdì”, in Svezia “Ikea”, in Nuova Zelanda “Lucifero”, e SE nel tempo si desiderasse cambiare nome, è possibile solo in casi eccezionali, con un’istanza che va rivolta al prefetto, per esempio se il sesso non è più lo stesso. “Pensiamo a tutte quelle persone che hanno effettuato un cambio di sesso e che hanno necessità di adeguare il loro nome alla nuova natura sessuale”, ha concluso Buscema.