Cedolare secca. Alessandra Egidi (Segretario Generale di Confedilizia) è intervenuto ai microfoni di “Siamo ciò che paghiamo”. La trasmissione è condotta da Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus.
Cedolare secca: il bilancio
“Noi abbiamo fatto un bilancio, positivo, grazie ai dati portati su un rapporto riportato sui dati di aggiornamento del DEF. In questo rapporto si nota che con una tassazione semplice ed equa si è recuperato 1 mld di euro, riducendosi così del 42% la propensione delle persone ad evadere.
Il cambio di mentalità è stato dovuto al fatto che la Cedolare secca prevede delle semplificazioni come: non pagare troppe tasse, ma una sola. Proprio per questo abbiamo chiesto al Governo di estendere il provvedimento anche al comparto delle locazioni aziendali.
In questo momento se io affitto un negozio pago 7 tasse diverse, rischiando di erodere dal canone l’8o%.
Un’aliquota molto basa sull’ affitto ha fatto si che molti affittuari riproponessero queste tipologie di affitti. Questi prevedono una durata di 3 + 2 anni il cui canone è stabilito da specifiche fasce, che sono più basse dei prezzi di mercato. Lo stato quindi riduce il canone pagato.”
La cedolare secca è al 10%.
“La differenza tra il canone libero e concordato dipende anche dagli accordi territoriali. Solitamente il proprietario si fa assistere da un consulente decidendo poi la modalità che più gli conviene.
Il cambio di mentalità deve essere da parte dell’inquilino, l’affittuario e lo studente fuori sede. Mai accettare una soluzione in nero. Sono deleterie per il mercato per noi e per la società.
Cedolare secca anche per gli affitti aziendali
“I molti soldi recuperati grazie ad un fisco benevolo, possono essere utilizzati per incentivare la locazione aziendale con la cedolare secca. Abbiamo anche chiesto al governo una prova di fiducia, partendo con una sperimentazione che possa dare un segnale di fiducia a coloro che prendono in affitto.”
E’ fin troppo facile aderire aquanto dite in merito all’utilizzo della cedolare sugli affitti liberi al 21% per le locazioni libere e del 10% per i canoni concordati,canoni piu’ contenuti,semplificazione burocratica e abbassamento della pressione fiscale sulla casa,tenendo comunque presente il rischio della morosira’e del tempo e costo di uno sfratto.Dobbiamo considerare che comunque la casa e’ tartassata dalle tasse locali:IMU e TASI in particolare che con Monti -il persecutore del settore cada-e’ sono triplicate.IL 10% DELL’IRPEF SUI CANONI CONCORDATI DEVE INOLTRE NON SOLO RIMANERE IN VIA TRANSITORIA MA RESA STRUTTURALE,E’ ANCHE UN PROBLEMA SOCIALE CHE RIGUARDA LA OARTE PIU’ DEBOLE DELLE FAMIGLIE ITALUANE.Mi stupisco che anche la sinistra e il sindacato non tuoni contro la decadenza a fine anno di questa indispensabile disciplica dei canoni agevolati.