Michele Coletta (Famiglie Arcobaleno): “Siamo famiglie come tutte le altre”, questa una delle dichiarazioni rilasciate a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus. Abbiamo provato a capire cosa si aspetta l’associazione dalla politica, e quali sono gli umori degli associati viste le ultime novità circa la Conferenza Nazionale. “Dubito che si possa fare un passo indietro ad un giorno dalla Conferenza”, ha aggiunto Coletta. Si sono rivelate dichiarazioni premonitrici le sue, tant’è che le cose sono andate così.
A Marilena Grassadonia, presidente di Famiglie Arcobaleno, convocata da Maria Elena Boschi a Palazzo Chigi, sono stati spiegati i criteri seguiti per la scelta delle associazioni invitate a partecipare alla conferenza. La sottosegretaria ha garantito che nella stessa si terrà conto di tutte le realtà familiari. La Grassadonia auspica una conclusione della Conferenza che faccia da apripista all’ingresso di Famiglie Arcobaleno e delle altre associazioni in tavoli simili.
Il passo indietro che altre testate giornalistiche hanno previsto non è stato fatto. Bisogna attendere dunque che la Conferenza Nazionale finisca e sperare che qualcosa cambi, durante e dopo i lavori.
“Le famiglie arcobaleno sono famiglie uguali alle altre, soltanto che non sono riconosciute”, ha affermato il vicepresidente Coletta a #genitorisidiventa. Bisogna che “i politici più vicini alle nostre istanze prendano una posizione. La politica è lontana dal mondo civile, esistiamo in tante città italiane, e continuano ad ignorarci. Si dovrebbe parlare di famiglie e non di famiglia.”
In Europa e negli Stati Uniti la situazione è di gran lunga diversa rispetto alla nostra: ci sono maggiori riconoscimenti, e libertà.
“Siamo indietro di dieci, quindici anni”, ha aggiunto Michele Coletta, provando poi a spiegare per quali ragioni si verifica il problema.
La situazione italiana appare più conservatrice e tradizionalista rispetto a quella europea più libera e moderna. Sapevamo degli innumerevoli pregiudizi sulle famiglie omogenitoriali, ora ne abbiamo la riprova, ma conosciamo anche il desiderio delle associazioni di affermarsi. Ed è quello che ci fa ben sperare per il futuro.