Aggrediti due giudici nel Tribunale Civile di Perugia. Il Gip Giacomo Ebner è intervenuto ai microfoni di Legge o Giustizia su Radio Cusano Campus per parlare della sicurezza nei tribunali.

“Aggrediti due giudici: lo scrivo anche nel libro “Dodici qualità per sopravvivere in tribunale”  che una cosa del genere poteva accadere.

A Licata, dove lavoravo, leggevo le sentenze dalla finestra perché la sera rimanevano soltanto gli imputati ed i loro parenti . Una volta in aula, dal momento che non c’era vigilanza, entrò una persona di origine orientale con un pacco bomba e me lo mise davanti, così, senza problemi”. A Roma come è la situazione? “Si è intensificata molto al tribunale civile mentre al penale non è cambiato molto, qualche controllo ma blando”. Cambia la situazione tra piccoli e grandi centri? “Dipende molto dagli accordi che si prendono a livello locale, non ci sono direttive generali, ho visto situazioni molto diverse”. Esiste un rischio “giustizia sociale”, soprattutto verso chi è un operatore diretto? “I giudici non è che prima se la passassero meglio, il rischio della professione esisteva ed esiste.

Abbiamo a che fare con i dolori ed i risentimenti della gente, oggi un crescendo della conflittualità viene scaricato sulla giustizia.

Ed il fatto che sia difficile ottenerla è anche imputabile agli operatori del diritto. Che ci sia particolare lentezza è collegata all’aumentare di certi episodi”. E’ dunque un problema anche culturale? “Certo che c’è un problema culturale. Quando dicono che noi giudici abbiamo il 50% dei consensi sono molto d’accordo: diamo ragione ad uno e torto ad un altro ed il calcolo è presto fatto”. Che misure andrebbero adottate? “Per assurdo rischiano di più i giudici civili che quelli del penale: è un paradosso ma è così. Ci devono essere in determinati posti delle persone fisiche che controllano, in altri posti sarebbe sufficiente un aumento delle strutture”. A cosa bisogna stare attenti quindi? “In Tribunale si rubano post-it, carta igienica e penne. Il portafoglio lo posso anche lasciare incustodito ma queste cose no!”.