L’Italia dei figli ‘laureati’ lontani dimostra che il futuro è oltre la terra natia. “Da sempre il nostro Paese registra fenomeni migratori importanti: all’inizio si andava in America Meridionale, o negli Stati Uniti, accompagnati da tutta la famiglia, e si trattava di persone di basso livello di qualificazione; ora ci si sposta come singoli individui e si scelgono destinazioni europee”, ha affermato il prof. emerito dell’Università di Trento Antonio Schizzerotto a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus.
Non si tratta di un problema recente, già “nei primissimi anni 2000 c’è stato un deterioramento delle condizioni di vita dei giovani, da allora la situazione non è migliorata, e il fenomeno si è infittito. Il fatto nuovo è che adesso migrano persone giovani e istruite.”
Oggi, non vi è un momento certo in cui i giovani possono andar via da casa, “sappiamo che l’età d’uscita dalla famiglia d’origine è sempre più avanzata, e che la precarietà lavorativa è la causa principale del problema. Dunque, rimanere a casa per i giovani è un obbligo e non una scelta. ” Per questo scelgono di costruire il loro futuro professionale in nazioni europee più solide rispetto alla nostra. Sono consapevoli che spostandosi altrove riescono ad ottenere quello che cercano, mentre da noi rischiano di continuare a cercare invano.
Quali sono le conseguenze dell’allontanamento giovani italiani?
“Se i figli se ne vanno i genitori restano soli, ne derivano problemi di solitudine.”
L’altra conseguenza è data dall’aumento della popolazione adulta.
“Gli italiani vivono a lungo, e si riproducono sempre meno. Il numero di figli per coppia in età fertile sta diminuendo. Se si fanno pochi figli il rimpiazzo generazionale non ha luogo”, ha sottolineato il professore emerito dell’Università di Trento.
La scuola, le università, dunque, fanno il loro lavoro: diplomano, laureano, ottenendo anche buoni risultati. Ma se non c’è richiesta di capitale umano quali sarebbero le buone ragioni per restare?
L’Italia dei figli lontani, chissà se col tempo avrà un futuro diverso?