Erasmo D’Angelis, segretario generale dellAutorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale, è intervenuto sul rischio alluvione a Roma, ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano – Dentro la notizia” su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Potrebbe bastare un nubifragio di poche ore ad inondarte le strade della Capitale?

Sono più di 250 mila i cittadini di Roma soggetti a rischio alluvione, anche di fronte a pioggia e temporali moderati, per l’assenza o l’insufficiente manutenzione di circa 700 km di fossi e canali, sia del Tevere che dell’Aniene. Insomma, la situazione è veramente allarmante e a lanciare l’ sos è stato Erasmo D’Angelis. Il segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale ha, infatti, inviato una lettera alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, per sottolineare la necessità di un aggiornamento al piano di protezione civile con l’inserimento delle aree a rischio idrogeologico.

Rischio alluvione a Roma per assenza manutenzione Tevere e Aniene

“Abbiamo verificato uno stato di degrado e di assenza totale di manutenzioni sia ordinarie che straordinarie in circa 700km di canali del Tevere e dell’Aniene, è un’estensione impressionante. Questo comporta il rischio del mancato deflusso delle acque di pioggia. Una decina di giorni fa è bastato un acquazzone per allagare una parte di Roma. Qui deve partire un’operazione straordinaria, immediata ed urgente, di pulizia di questi canali e delle sponde del Tevere.

Basta andare all’isola tiberina per trovarsi di fronte una foresta, nata una trentina di anni fa.

Abbiamo una parte dell’area del Tevere che è esondabile e un tempo quando esondava incontrava le campagne, adesso incontra interi quartieri che sono stati costruiti senza pensare alle misure di sicurezza. La stessa toponomastica romana evoca il rischio: Bagno, Bagnoletto, Settebagni, Infernetto… Sono aree ex alluvionali, dove si è costruito senza pensare al possibile rischio idraulico, una vera e propria follia.”

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