UdU Palermo. Effetto domino è il nome scelto dall’organizzazione studentesca dell’Unione degli Universitari per dar seguito all’azione intrapresa nei mesi scorsi per porre un argine all’introduzione dissennata del numero chiuso che aveva cominciato a coinvolgere anche le facoltà umanistiche, storicamente mai interessate dalla selezione operata col numero programmato. A pagarne le spese l’Università Statale di Milano, che si è vista imporre uno stop dal Tribunale amministrativo del Lazio che non ha ritenuto legittime le motivazioni addotte dall’ateneo meneghino per giustificare la selezione anche per le facoltà umanistiche. Sull’onda della sentenza, Udu ha promesso di verificare le premesse dei numeri chiusi di ogni ateneo italiano ed ora la bomba esplode a Palermo. Radio Cusano campus ha contattato il coordinatore UdU Palermo Fabrizio Lo Verso.
Fabrizio raccontaci qual è la situazione a Palermo e quali iniziative metterete in campo da qui ai prossimi giorni.
“A oggi l’Università di Palermo presenta ancora 39 corsi a numero programmato locale, sostanzialmente tutti tranne Medicina, professioni sanitarie, formazione primaria e architettura. Tra questi ancora qualcuno presenta un numero di richieste inferiore rispetto al numero di posti messi a bando, mentre altri – spesso perché visti come possibili alternative al corso di studi preferito – presentano un numero di richieste enormemente elevato rispetto al numero di posti. I dati diffusi dall’Università non tengono conto però di quelle migliaia di studenti che sono già immatricolati in un corso di studi dell’ateneo utilizzato solo come ripiego e che, non aspettano altro che settembre per riprovare a entrare nel corso di studi preferito. Questi studenti, infatti, sono in buona parte coloro che, nella migliore delle ipotesi, effettuano un passaggio da un corso ad un altro, nella peggiore, rimangono controvoglia all’interno dei corsi in cui sono già immatricolati”.
“Riconosciamo all’amministrazione d’ateneo la volontà di percorrere la strada che porta sempre più verso l’apertura dei corsi di studi, dimostrata con l’aumento dei corsi ad accesso libero e, di conseguenza, degli immatricolati – dice Fabrizio Lo Verso, coordinatore Udu Palermo – . Tuttavia, nella maggior parte dei casi ci si è limitati a eliminare la programmazione di quei corsi di studio per i quali il numero dei candidati era inferiore al numero dei posti disponibili, evitando di fatto solamente la formalità del test d’ingresso: una scelta razionale ma oggi non più sufficiente”.
“Abbiamo deciso di non ricorrere subito dinanzi a un giudice amministrativo, presentando ufficialmente un ricorso interno per il ritiro in autotutela dei provvedimenti istitutivi del numero chiuso in tutti i corsi di studio a numero programmato locale di Unipa che non prevedono nella propria offerta formativa la presenza di ‘laboratori ad alta specializzazione’ o di ‘posti-studio per studente’, che giustificherebbero la limitazione degli accessi. Chiediamo quindi di non palesare, tramite la pubblicazione delle graduatorie, la selezione illegittima dei ‘più capaci e meritevoli’ e di permettere a tutti di immatricolarsi ‘con riserva’, ridefinendo le offerte formative. Tuttavia, in caso di diniego espresso o tacito del nostro ricorso, siamo pronti ad avviare dei ricorsi collettivi contro Unipa dinanzi al giudice amministrativo”.
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