Le mamme in sala parto sono maltrattate da sempre. “E’ un fenomeno che esiste in tutto il mondo, ci sono pratiche diventate di routine di cui neppure gli stessi operatori si rendono conto che sono una violazione, e che danneggiano la persona”, ha affermato Elena Skoko, fondatrice dell’Osservatorio Violenza Ostetrica.
I dati diffusi dimostrano esattamente cosa accade a queste signore: “Un terzo delle neomamme non si è sentita coinvolta nell’assistenza.”
Agli occhi dei lettori, e di persone che non sanno qual è il problema emerge un ritratto delle donne spregevole. Vendono descritte infatti come delle “sprovvedute”. E così non è. Loro “sanno quello che vogliono, sanno partorire. Il taglio cesareo non è una scelta personale, a parte in rare circostanze. Noi vogliamo porre fine a questa situazione. La donna dev’essere inserita nel team che si occupa dell’assistenza, non si può ragionare in modo paternalistico”, ha specificato Skoko.
Non si tratta di un impazzimento generale, anzi, “le cose sono sempre andate così. Adesso però vengono denunciate, perché le dinamiche sono cambiate. Si è tutto aggravato dagli anni ’80 in poi. C’è una specie di mancato rispetto che sfocia in una vera e proprio lesione e della integrità psicofisica, che provoca dei danni e che mette in pericolo la salute del neonato.”
Si stima che circa un 1 milione di donne abbia subito violenza ostetrica, e che 20 mila bambini non sono nati per motivi legati all’assistenza. E a farne le spese è l’integrità psicofisica delle partorienti. Molte di loro hanno dichiarato di non voler “pensare di essere state abusate in un momento così bello. Alcune di loro non si sono rese neppure conto di cosa sia successo. In generale molte delle donne in Italia si fidano degli ospedali. Riesco a stabilire anche una buona comunicazione con il personale ospedaliero, sono i fatti che non vanno bene.”
Le mamme in sala parto vengono considerate delle infanti, ma l’Osservatorio sulla Violenza Ostetrica chiede che si smetta di tacere e si continui a denunciare una situazione per niente democratica, e rispettosa.
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