Giornata mondiale della Pace: tutto tace. La rima è involontaria, ma spiega perfettamente qual è la situazione mediatica attuale. Il mondo dell’informazione ha delle priorità che fanno riflettere. Tant’è che anche oggi 21 settembre “prevalgono notizie di conflitti in corso. Si parla di un cambiamento di politica possibile nei confronti dell’Iran”, ha confermato Riccardo Noury, portavoce Amnesty International Italia, a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus.

Esiste, secondo voi, un’agenzia di socializzazione capace di ripristinare gli equilibri perduti?

“La pace è come se fosse un’intrusa. La Dichiarazione Universale dei Diritti oggi sembra solo un elenco di solenni promesse.”

Qualcuno crede ancora alla possibilità di poter ottenere un mondo nuovo? O forse la gente ha smesso di crederci?

“C’è una tendenza che bisogna contrastare. Per il prossimo anno metteremo in attivazione un programma di contrasto al linguaggio dell’odio. Si tende a comportarsi male. In giro c’è sempre meno educazione. Manca senso civico nelle relazioni interpersonali, e nella sfera dell’online. Questo è un atteggiamento diffuso, riguarda tutti: persone singole, gente che ha responsabilità politica. Assistiamo ad un imbarbarimento del linguaggio. Il conflitto, lo scontro, è il tema comune. Questo preoccupa alla vigilia di una campagna elettorale”, ha aggiunto Noury.

La politica, che è ovunque e si occupa di qualunque cosa, potrebbe contribuire a migliorare la situazione attuale? Chi ha fallito il proprio progetto educativo?

“Affidarsi alla politica sarebbe inutile”, secondo il portavoce di Amnesty International Italia. “Dobbiamo trovare spazi diversi, che sono situati fuori dai palazzi. Se un adulto non ha avuto educazione, rispetto, o fa il bullo è perché ha fallito la scuola, o la casa, la famiglia.”

Nonostante tutto è proprio dal luogo del fallimento che bisogna ripartire. “La scuola rimane il luogo centrale della formazione delle coscienze. Avvieremo, per questo, una campagna speciale contro il bullismo nelle scuole. I bambini sono vittime e testimoni del fenomeno. L’ambiente circostante dovrebbe essere positivo, di apprezzamento, dovrebbe favorire la crescita di talenti, e deve contribuire al miglioramento del livello educativo dei ragazzi. Puntiamo molto sulla scuola.”

Giornata mondiale della Pace: per ora anche la scuola tace.

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