Gli asili nel bosco in Italia sono 60, ma per la legge non esistono. Sarà forse per questo che i genitori cercano di migliorare le strutture scolastiche di tasca propria? E’ in corso una raccolta fondi sul sito buonacausa.org, l’obiettivo è quello di poter migliorare “il tetto del casale preso in affitto ad Ostia Antica”, ha giustificato così la professoressa Vianello la raccolta fund raising , a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus.

L’asilo di Ostia si trova “all’aperto, in pineta. Il progetto va avanti da 5 anni, è il primo in Italia”, ha aggiunto Luisa Vianello.

Gli asili nel bosco differiscono dagli altri asili per metodo educativo. I bambini in questo tipo di strutture possono sperimentare giochi all’aria aperta, stare a contatto con la natura, conoscere luoghi e paesaggi diversi. Pensiamo ad esempio ai ragazzi che trascorrono molto tempo in casa, e che vivono una vita sedentaria, quanto potrebbe essere d’aiuto da un punto di vista psicofisico crescere in una struttura simile?

La “outdoor education” è un metodo pedagogico che pone l’accento sull’importanza della crescita in un ambiente naturale per i bambini, e contribuisce al superamento di problematiche infantili anche importanti.

Il problema in Italia qual è?

E’ dato dal sistema legislativo che non riconosce queste strutture. Gli asili nel bosco da noi sono fuorilegge.

“La politica non ci aiuta, per ora”, ha affermato Luisa Vianello. “Collaboriamo con una scuola statale di Ostia, perché il nostro progetto non vuole rimanere una scuola privata. Cercare di fare collaborazione con le scuole statali, aprirci alla scuola pubblica, è l’obiettivo che ci unisce. Collaboriamo molto coi genitori, con le famiglie che fanno parte dell’associazione, e che quindi ci aiutano. Quest’estate abbiamo tagliato l’erba con loro, fatto i tavoli, le panche. Ci sono famiglie che hanno percorso km per venire da noi, e che credono nel nostro progetto. Attualmente mi occupo di italiano, matematica, storia, geografia: sono la classica maestra unica, come alle scuole elementari.”

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