Sostegno nel caos. Al momento del suo insediamento l’allora neo Ministra Valeria Fedeli lanciò a mezzo stampa il suo personalissimo guanto di sfida: entro il 15 di settembre 2017 tutti i professori dovranno essere in cattedra, ognuno al suo posto. Gli addetti ai lavori accolsero con scetticismo la dichiarazione e cominciarono a speculare sul fatto che solo una poco avvezza alle dinamiche della scuola si sarebbe potuta prefiggere tale obiettivo. Tra le croniche difficoltà relative al macchinoso sistema di reclutamento e la mancanza “storica” di alcune tipologie di docenti (matematica e sostegno su tutti), il traguardo che si era autoimposta la Fedeli appariva agli occhi di tutti pressoché irraggiungibile.

C’è da dire che in questi mesi, dall’annuncio della promessa alla prima campanella suonata solo pochi giorni fa, la Fedeli ce l’ha messa tutta per non disattendere le sue parole. Ma non è bastato, anche perché troppo spesso non sono sufficienti le buone intenzioni. A questo va aggiunta l’immissione in ruolo realizzata durante l’estate dal Miur: pescheremo altri 52mila docenti dalle graduatorie ad esaurimento. Solo che nessuno aveva ricordato ai tecnici del Miur che le graduatorie in questione non erano ad esaurimento ma semplicemente esaurite. Ecco che, anche quest’anno, la scuola italiana andrà avanti grazie a quasi 100mila supplenti e molti di essi ricopriranno il ruolo delicatissimo di insegnante di sostegno, il più delle volte senza essere minimamente specializzato.

Dalla Sardegna parte la prima denuncia dell’anno per la mancanza di insegnanti di sostegno per gli studenti disabili: l’associazione Abc, storico punto di riferimento nazionale per i bambini cerebrolesi, sta consultando i legali per fare causa al Ministero.

“Le sentenze negli anni scorsi – spiega a Radio Cusano Campus la segretaria nazionale Francesca Palmas, responsabile del settore scuola, dalla sede di Cagliari – ci hanno sempre dato ragione. Chiederemo al Miur un risarcimento danni, anche morale, per ogni giorno di ritardo. Alla fine non saranno cifre enormi, ma bisogna far valere il principio: perché i posti comuni sono già quasi tutti a disposizione e per quelli di sostegno c’è da aspettare?”.

“Un problema molto sentito – spiega Palmas – tanto è vero che abbiamo subito richiesto con i rappresentanti di altre associazioni la convocazione urgente dell’Osservatorio nazionale sull’inclusione scolastica: era facile prevedere quello che sta accadendo in questi giorni, ma per risolvere definitivamente la situazione occorre dar seguito al disegno di legge che prevede la formazione obbligatoria per gli insegnanti sulle disabilità”.

Per ascoltare l’intervista di Francesca Palmas clicca qui sotto: