Alla fine è accaduto. Le dichiarazioni della Ministra dell’Istruzione Fedeli circa l’uso dello smartphone in classe hanno spalancato un mondo. I giovani sono ormai in simbiosi coi loro device e il divieto di averli durante le ore di studio non ha fatto che renderli ancora più appetibili (ed usati). Capito questo passaggio, ora si è detto sì all’utilizzo didattico dello smartphone in aula. Già si è accesa una discussione tremenda e si tratta solo dell’inizio ma è indubbio che è un passaggoio peocale nell’istruzione moderna dei giovani. L’Italia è un paese che storicamente ha sempre rifiutato la tecnologia. Ora la accetta e la integra. Effettivamente le opportunità che offre l’accesso al web in pochi tocchi sono enormi per cui è il caso di ponderarle invece di abbatterla in volo per partito preso. Cerchiamo di scoprirne di più.

Il Ministro Fedeli e lo smartphone? Questo matrimonio s’ha da fare. L’uso, infatti, sarà ufficialmente autorizzato anche nelle aule scolastiche e la conferma arriva dalla bocca della stessa politica in una sua intervista al quotidiano La Repubblica in cui ha dichiarato:

“ll cellulare in mano a un 13enne è una grande opportunità. Sarà un nuovo strumento didattico. Quello che autorizzeremo non sarà un telefono con cui gli studenti si faranno i fatti loro, sarà un nuovo strumento didattico. Li vedo e li frequento, i ragazzi. E so che non si può continuare a separare il loro mondo, quello fuori, dal mondo della scuola”.

Che sia farina del suo sacco o di qualcuno del suo staff è in dubbiamente un pensiero moderno. Una commissione ministeriale ha già varato le linee guida per l’utilizzo ed ora non c’è che far abituare i docenti a questa nuova presenza.

Le critiche all’uso del cellulare in classe

Tutti felici? Assolutamento no. Alcuni esperti del settore, circa questa storia della Fedeli e dello smartphone, parlano già di “resa del sistema educativo con la scuola tecnologica che delega la funzione del pensare a un oggetto. Questa è la base per fabbricare cretini a scuola perché con gli smartphone non si sviluppa l’apparato psichico. La capacità di mantenere costante la concentrazione è decisiva per l’apprendimento, ma con gli smartphone gli alunni avranno decine di stimoli e la classe non sarà più gestibile”.

Il pensiero di Angela Biscaldi, docente dell’Università di Milano, non è tanto lontano dalle altre critiche all’uso del cellulare in classe: “Nessuno strumento migliora magicamente l’apprendimento, servono professori motivati. La letteratura negli altri Paesi dimostra che gli smartphone nelle aule producono un abbassamento dei voti. Si rischia l’addio alla scrittura? Certamente. Il rischio di avere dementi digitali è alto: gli adolescenti nativi digitali perdono empatia, compiono cyberbullismo e non collaborano con l’altro. Essere multitasking non è positivo, anzi è dannoso per i processi della memoria e sfavorisce l’utilizzo delle connessioni neurali della ricerca”.

Studiare coi device

Eppure da tempo le università telematiche dimostrano che anche studiare coi device è importante e aiuta, purché sia una pratica integrata ad altre attività didattica. La facilità con cui si reperiscono informazioni e dati e con cui si rimane in contatto coi docenti e con gli studenti, infatti, non è da sottovalutare.

Perché formarsi su smartphone? Perché restituisce al diritto allo studio una libertà che aveva perso nel corso degli anni. Perché i ragazzi nativi hanno una loro precisa idole e sperare di snaturarla serve a poco a tutti. Perché alcune categorie svantaggiate, come gli studenti serali e le mamme studentesse, possono trovare un valido alleato nella loro preparazione.

Creare gruppi di studio su Facebook

Essere studenti sui social network, nell’ottica di questo discorso, è un’altra possibilità aggiuntiva. Nello specifico, creare gruppi di studio su Facebook è una prassi moderna ma molto intelligente. E’ come avere una classe viruale attiva 24 ore su 24 con tutti i suoi pregi.

I vantaggi di prepararsi su Facebook sono diversi ma quello più evidente è che là è facile scambiare idee, opinioni ma anche, e soprattutto, informazioni precise ed utili oltre che dati e materiale didattico come appunti, riassunti o mappe concettuali. Un mouse, insomma, porebbe aprirvi un mondo di sapere senza farvi muovere da casa.

I vantaggi della formazione a distanza

In chiusura, questo ingresso degli smartphone in aula prima dei diplomi non potrà che fare bene alle università telematiche che così avranno già ragazzi abituati a godersi i vantaggi della formazione a distanza. Oltre a studenti lavoratori che possono gestire il loro tempo come vogliono e quindi possono puntare forte sul prendere una laurea in età adulta senza patemi d’animo, ci sono anche tutti gli altri ragazzi.

Dovete considerare che i video delle lezioni sono disponibili sempre e non hanno limitazioni di visibilità. Una stessa lezione, in pratica, la potrete seguire all’infinito o, almeno, fino a quando vi sentirete certi di averla compresa. Non solo. I tagli dei costi per studiare apriranno le porte della cultura a tante famiglie meno abbienti. Addio agli affitti stellari e ai mezzi di trasporto fatiscenti.