“Non ci sto. La norma è confusa. Io mi sto impegnando a informare e convincere le famiglie della necessità delle vaccinazioni, e segnalerò all’Asl, come faranno i miei colleghi, le certificazioni presenti o mancanti dei miei allievi. Ma non li mando via perché è una competenza sanitaria, non scolastica”. A parlare del decreto legge che obbligherà i bambini italiani ad essere vaccinati, al fine di essere ammessi a scuola, è il Preside dell’Istituto Comprensivo Nigra di Torino, il prof. Maurizio Tomeo. Il DS esterna ai microfoni di Open Day tutte le sue perplessità su una norma che, a suo modo di vedere, “non tutela nessuno dei due diritti fondamentali che riguardano un minore, il diritto alla salute e quello all’istruzione. Inoltre – aggiunge Tomeo – c’è il rischio che questa norma discrimini ulteriormente chi è più disagiato. Una famiglia benestante può decidere di non rispettare l’obbligo attraverso il pagamento di una pena pecuniaria, una famiglia indigente no. Questi bambini potrebbero non essere vaccinati e poi nemmeno accolti dalla scuola, un duplice danno”.
“Non caccerò fuori dalla scuola i bambini non vaccinati. Sono pagato per farli entrare, non per espellerli. Se dovessi ricevere un ordine dal Ministero, che mi impone di cacciare un bambino, a quel punto dovrei scegliere se rispettare la norma o lasciarmi guidare dalla mia coscienza”. La Regione ha già chiarito che sarà compito del preside non ammettere in classe i bimbi da 0-6 anni se entro il prossimo 10 settembre i genitori non presenteranno la documentazione, anche se per chi è in ritardo incolpevole saranno previste deroghe. Ma la scuola all’Istituto Nigra è già cominciata: “In questi primi giorni faremo attività di studio ma anche di animazione, affinché i ragazzi inizino nel modo più gradevole possibile”, racconta il preside Maurizio Tomeo. Anche qui, dietro alla decisione di cominciare anzitempo, c’è un strategia: “Il nostro calendario, concordato con il consiglio d’istituto e con il collegio docenti, diventa di 205 giorni di lezione e al tempo stesso riusciamo a coprire con più facilità le supplenze”.
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