Paolo Mottana: la scuola è un non – luogo, o qualcosa di simile. Questo il sunto delle dichiarazioni rilasciate da Paolo Mottana, docente di Filosofia dell’Educazione, dell’Università Milano Bicocca, intervenuto a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus.
Dagli spazi, alle lezioni, agli argomenti, ai voti, niente di quello che accade, ed esiste, a scuola è funzionale all’apprendimento degli studenti
“Vivere sotto la costante minaccia di un sistema di valutazione crea da subito una distorsione nel modo di ascoltare, apprendere, e restituire quello che hanno appreso. Il fatto che debbano essere valutati non favorisce la sperimentazione, la libera ricerca. Gli studenti si comportano come in una situazione di pressione che non gli permette di imparare in maniera spontanea, e vivere un pensiero libero. Il sistema punitivo o elogiativo distorce la prestazione. L’apprendimento libero rende possibili ai bambini e ai ragazzi di vivere pienamente l’esperienza scolastica”, ha sottolineato Paolo Mottana, durante l’intervista. E ha aggiunto che “la scuola dovrebbe diventare una struttura leggera, una tana dal quale partire e poi tornare per elaborare e arricchire da un punto di vista culturale avvenimenti, eventi. Il corpo ha spazi minimi per potersi esprimere, vivere esperienze gioiose. La scuola stabilisce un regime molto normativo di cui non si capisce il senso, se non quello di abituarli a diventare soggetti passivi di una società che li vuole come sudditi. Noi invece vogliamo che possano vivere esperienze autentiche, significative.”
Paolo Mottana, nella proposta di una nuova scuola, auspica un sistema senza voti, e più libero: “Bisognerebbe parlare anche della frammentazione dei contenuti, che non hanno un legame tra di loro, e dell’ambiente dove ci sono troppi ragazzi che non possono essere seguiti individualmente. Sono cose che ho scritto ovunque, nel mio testo, nel mio blog. La scuola è un luogo profondamente in contrasto con le possibilità vitali e di apprendimento autentico, che un’esperienza organizzata in ambienti più reali può invece garantire. Ci sono scuole che sperimentano metodologie senza zaino, senza voti, ma sembrano tentativi che mettono in risalto alcuni aspetti della scuola senza cogliere la questione fondamentale cioè che i ragazzi sono stati confinati in ambienti dove sono obbligati a stare perché evidentemente altrove creano intralcio.”