L’INTERVISTA
MARCO SOLFRINI, IL DOCTOR J
DEL BASKET ITALIANO
Bentrovato Marco. Vedo che l’impegno alla fine dei campionati federali non è mancato. Praticare lo Sport, e ad alti livelli, può essere positivo: lo avete dimostrato tu e un gruppo di evergreen…
“Se non altro porta il controllo del peso – dice sorridendo il Doctor J italiano -. E’ cominciato tutto grazie a giocatori storici della Nazionale come Della Fiori, Meneghin, Marzorati stesso era coinvolto: poi il testimone è stato raccolto da Ponzoni che lo sta portando avanti con grande impegno e con grandi risultati, insieme a Tirel e a Bucci come allenatori, in tutti questi anni, a partire dal 2007-2008 coi primi campionati over a Pesaro”.
Voi siete Campioni del Mondo Over 50 e Vice-Campioni del Mondo Over 55.
“Quest’anno sì. Perché ogni due anni si giocano questi tornei, e l’anno prossimo spero di dare il cambio – afferma col sorriso -. Siamo anche Argento nell’Over 60 e nella Over 40 d’Oro sempre con la dicitura Italia ma… – esprime perplessità – Perché la Federazione Master non va così per il sottile a distinguere le squadre da chi sono composte e come; l’importante è che si paghi la quota d’iscrizione poi…”.
Mi ricorda qualcosa. Ma oggi a proposito di Italia ti voglio parlare dei Campionati Europei. L’Italia quali aspettative ha, al netto del fatto che Georgia e Lituania non siano proprio alla portata e invece lo sembrano Germania Ucraina e Israele (infatti ieri sera l’Italia avrebbe poi vinto di 21 punti coi padroni di casa, n.d.r.).
“Ogni anno è andata così. Siamo all’esordio a vedere che cosa possono fare. Credo che gli stessi giocatori non abbiano idea precisa di cosa possano i loro obiettivi e anche le loro mancanze, tecniche o fisiologiche, e i loro pregi. Perché è stata una preparazione altalentante con assenze gravi vuoi per motivi disciplinari o fisici, vuoi per scelte tecniche che adesso hanno confezionato una squadra che alla fine si conosce poco”.
Ettore Messina è la persona giusta per ottenere i risultati e medio termine?
“A medio termine direi di no, perché dall’anno prossimo ci sarà Sacchetti. Messina sarà un allenatore che cercherà di ottenere i migliori risultati possibili nel più breve tempo possibile, con gli elementi che ha in mano adesso, ritengo. Leggevo proprio un articolo di Sergio Tavcar (pronuncia Taucér, storico telecronista di Koper-Tele Capodistria, n.d.r.), e riguardava proprio Messina. In questo pezzo sosteneva rispetto alla realtà americana, che aveva un punto di vista originale riguardo proprio al discorso di Messina; dicendo che avrebbe perso quelle che sono le impostazioni filosofiche dei giocatori europei. Non ritengo che Messina sia caduto in questo errore. Probabilmente il fatto di perdere, a Trento, il perno attorno a cui avrebbe dovuto lavorare la squadra, non è stato ancora bene assimilato dal resto dei giocatori. E diventa difficile, costruire anzi ricostruire, in tempi brevi, senza Gallinari, un gruppo che comunque trovasse degli equilibri interni. Ho letto che sia al Torneo dell’Agropoli (Atene) che in quello precedenti, in Sardegna, i risultati non si siano visti, tranne che a sprazzi, La speranza e il fatto che stasera si comincia, spinga nella direzione giusta di avere dei risultati positivi”.
Israele ha sempre avuto una grande tradizione nella Pallacanestro. Un pubblico corretto, anche ai tempi del Bancoroma, caldo alla spagnola, ma mai con episodi clamorosi, a Tel Aviv a memoria d’uomo.
“Sì – e ride di gusto –, mettiamola così. Magari succedevano di più in campo, che sugli spalti. Ricordo un Tombolato che è tornato all’ovile dopo tre giorni perché aveva il naso rotto e nella stessa partita anche io avevo preso una bella gomitata e me lo ero rimesso a posto da solo. Nel caso di Renzo era rimasto in osservazione per un paio di giorni”.
Tanto che a casa han chiesto al povero Renzo se avesse giocato al Madison Square Garden, al posto del Palasport di Tel Aviv. Passando ad altro, di recente è stata festeggiata la trentesima ricorrenza dello scudetto del Bancoroma. Mancava soltanto Larry Wright che fa il preside negli Stati Uniti, nella sua scuola, in Georgia.
Solfrini: “E’ stato bello perché è stato non dico improvvisato, mi sembra Sbarra abbia contattato i giocatori coinvolti, con l’aiuto di Gilardi. E’ stata una cosa molto privata, e per certi versi molto più bella. Non ci sono state grandi celebrazioni pubbliche o mediatiche: era un gruppo di giocatori che si era trovato un gran bene, a giocare insieme, e si sono visti, i risultati. Una cosa molto simpatica”.
Hai vissuto prima da esterno perché giocavi in altre piazze (Brescia, Udine), poi da dentro ai tempi di Roma-Milano, la sfida tra Bianchini e Peterson. Quanto ha dimostrato la sua saggezza, uno in gamba come Valerio Bianchini, al di là della bravura tecnica e della preparazione delle partite?
Forse è stato uno dei primi. Peterson aveva già cominciato il discorso sul gestire il circo mediatico: faceva le prime telecronache che arrivavano dall’NBA e dalle Università e lì si era fatto le ossa. E poi aveva questo accento pseudo italo-americano che lo faceva diventare simpatico a priori, soprattutto all’epoca. Bianchini ha recepito quella che era la forza della gestione dei media, e sono stati bravi tutti e due a gestire uno pseudo-scontro che poi era in realtà una partita di ping-pong, pur di tenere desta, di suscitare l’attenzione della stampa, della televisione, e ci sono riusciti benissimo”.
E di tenere la vostra attenzione molto elevata…
Solfrini conferma: “Anche l’attenzione dei giocatori, anche se quella era una cosa che si risolveva all’interno delle mura dello spogliatoio. Hanno reso popolare il Basket puntando il fatto sul campanilismo, sul senso di rivalsa della Capitale e di Milano, i pubblici diversi, l’atteggiamento diverso. Hanno dato una spinta al basket che poi è andata avanti per dieci anche quindici anni. Ovviamente come in tutte le cose ci sono i pionieri, quelli che spingono, cercano fanno; poi se dietro c’è pochezza, poi se non si fa lievitare il pane, sulla base di quei consigli, le cose vanno a ricadere”.
Buon campionato Europeo a te, soprattutto Buon Azzurro Over qualsiasi età…
“Ma soprattutto buon campionato Europeo alla Nazionale che c’è adesso in pista. Noi abbiam finito”, conclude con una gran bella risata.
Salutiamo uno degli alfieri del BancoRoma che portò la prima volta lo Scudetto a Sud di Bologna.