Vera Squatrito, mamma di Giordana Di Stefano uccisa nel 2015 dall’ex fidanzato con 48 coltellate, è intervenuta ai microfoni di “Legge o Giustizia”, condotto da Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus.
La donna ha espresso vicinanza alla famiglia di Nadia Orlando, la ragazza uccisa il 31 luglio nel nord est, dopo la notizia della concessione dei domiciliari per Francesco Mazzega. “Quando ho saputo quello che sta succedendo alla famiglia Orlando mi sono sentita male. Anche da noi c’è il rischio che l’assassino di mia figlia possa, un domani, andare in comunità da Don Mazzi come già richiesto più volte”.
Vera Squatrito ha denunciato quello che sta vivendo, situazione simile a molti familiari di vittime di femminicidio:
“Siamo sempre in pericolo in quanto la legge non ci tutela. Anzi, noi vittime non siamo considerate, le donne non vengono rispettate, né da morte né da vive. Questi assassini non devono avere agevolazioni. Nel 2013 mia figlia aveva denunciato più volte denunciato il suo assassino per stalking. Ancora oggi va avanti il processo per stalking nonostante mia figlia sia morta. Siamo ancora alle prime fasi. Per l’omicidio dobbiamo attendere ottobre, nonostante l’assassino sia stato “premiato” con il rito abbreviato. Sono passati due anni per fare le perizie, rinvii ed altri espedienti che la difesa ha utilizzato. Si voleva anche cambiare il tribunale, da Catania a Messina.
Pensate, la famiglia dell’assassino mi ha querelato perché i miei post su facebook sarebbero una persecuzione per loro.
Questo essere ha ucciso mia figlia con 48 coltellate e poi è scappato, cercando di andare in Svizzera. La mamma dell’assassino mi chiede perdono ma io non perdono nessuno”. Chiederà i danni a chi non ha tutelato sua figlia? “A questo penserà il mio avvocato. Di certo io non trascurerò nulla. Mia figlia ha lasciato una bimba di 4 anni e che oggi ne ha 6. Lo Stato non si occupa degli orfani abbandonati. Nessuno pensa al dramma di queste creature. Mia nipote ora vive con me. Le ho tolto il cognome del carnefice dandole un cognome dignitoso, quello di mia figlia”. La signora Squatrito si è rivolta direttamente al Presidente della Repubblica Mattarella: “Ascolti noi vittime, le nostre parole. La pena per l’omicidio deve essere certa, senza sconti, senza agevolazioni”.