Reddito di inclusione, il Governo soccorre le famiglie in situazione di imbarazzante povertà garantendo un minimo di 190 euro al mese per persona sola fino a quasi 500 euro mensili per nuclei familiari con cinque o più componenti. Sospiro di sollievo per i papà esclusi dal mondo del lavoro, o per persone che dalla sera alla mattina sono state licenziate in tronco. Il Rei è legge. Ma non basta. “E’ necessario prevenire il problema e mettere le coppie in condizione di avere figli”, ha affermato Gianluigi De Palo, presidente del Forum delle Associazioni Familiari, a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus. “Benvenga il Rei, ma ci preme lavorare affinché tutte le altre famiglie non diventino povere”, ha incalzato in trasmissione.
Ma se il denaro a disposizione è scarso, con quali spicci disponibili aiuteranno gli esclusi dal mercato del lavoro? Il reddito di inclusione pare non sia un semplice assegno, ma un pretesto per rientrare in certi percorsi. E’ lo stesso De Palo a sottolineare – su Radio Cusano Campus – che “il Rei non è dare un assegno e basta, ma entrare in un percorso che rimette il capofamiglia di ricostruire quel tessuto lavorativo che ha perso. Non è assistenzialismo puro. Siamo critici nei confronti dell’assistenzialismo, crea abitudine. Ma bisogna prevenire queste situazioni, il rischio è che a forza di tamponare falle queste emergenze aumenteranno sempre di più. Fino a quando non fai la diga puoi attappare un buco, o un altro, ma il problema rimane. Bisogna mettere le famiglie nelle condizioni di non essere povere al momento in cui nasce un figlio. Dovremmo incentivare la nascita dei figli. Siamo sempre contenti quando c’è qualche iniziativa a favore delle famiglie, sono sempre le più bistrattate negli ultimi anni. Questo ci preoccupa. Bisogna prevenire tutte le situazioni di povertà. Ci sono famiglie con 6.000 euro di ISEE.” Il percorso di prevenzione auspicato dallo stesso presidente consisterebbe nell’escogitare un modo per evitare che “un giovane vada all’estero a realizzare i suoi sogni lavorativi, e familiari. Portiamo avanti la proposta fattore famiglia – ha aggiunto Gianluigi De Palo – che tiene conto di un reddito di inclusione. Anche noi prevedevamo, e prevediamo, una no tax area per i figli. Oggi si stanno facendo tamponi. Viviamo in un Paese di discriminazione fiscale, non si tiene conto della capacità contributiva della famiglia. Se non mettiamo chi fa figli nella condizione di diventare poveri cosa accadrà in futuro?”
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