Alice Food Academy: in Kenya il cibo italiano dà lavoro. Il progetto Alice Italian Food Academy è stato raccontato da Valentina Cislacchi a #genitorisidiventa, su Radio Cusano Campus. Si tratta di un percorso formativo finalizzato a dare un futuro ai ragazzi delle baraccopoli di Nairobi. Ed è un’altra occasione di lavoro a chi lavoro ed educazione non ha. “La nostra idea è nata dalla difficoltà di trovare un lavoro ai ragazzi di Nairobi. Qui non ci sono scuole in grado di rendere professionali i ragazzi, in nessun ambito. Abbiamo pensato di fare una scuola, e dare lavoro in un ambito in cui in questo periodo continuano ad assumere. Verranno insegnate le tecniche della cucina italiana, insieme coi professori. Si tratta di una scuola alberghiera che promuoverà la cucina italiana. E’ una qualità in più che offrirà l’opportunità ai ragazzi di accedere al mondo del lavoro”, ha fatto sapere Valentina Cislacchi a #genitorisidiventa. La mancata scolarizzazione e la forte disoccupazione sono tra le maggiori barriere allo sviluppo dell’Africa: in Kenya il 60% della popolazione di Nairobi si concentra nelle baraccopoli, aree in cui la gran parte delle famiglie vive in case di lamiera, in assenza di un reddito fisso, senza accesso ad acqua corrente ed energia elettrica. Senza poter accedere ad un’istruzione gratuita. In questo contesto che si inserisce la nuova partnership tra la onlus milanese e l’Istituto Carlo Porta di Milano, una collaborazione siglata nel 2017 e destinata a creare la prima Accademia di cucina italiana in Kenya. Alice Italian Food Academy, questo il nome dell’innovativo progetto, nasce come risposta alle nuove esigenze del mercato del lavoro in Kenya, sempre più orientato alla ristorazione e alla ricezione turistica. L’ Istituto Carlo Porta si impegnerà, infatti, ad offrire una consulenza e una presenza sul campo, a Nairobi, fondamentale per affiancare lo staff di Alice for Children nell’avvio della nuova scuola di cucina dedicata alle eccellenze italiane. Alice for Children by Twins International Onlus lavora da dieci anni nelle baraccopoli di Korogocho e Dandora sviluppando programmi di scolarizzazione in grado di assicurare un percorso educativo di qualità ai bambini coinvolti nei suoi programmi. Si tratta di 2500 beneficiari che affrontano ogni giorno la grande sfida: studiare per uscire dal circuito di povertà e criminalità in cui sono nati, imparare un mestiere, costruirsi un futuro più degno.

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