Capacità grafiche nei bambini: qual è il significato dei disegni? Perché è importante che i genitori sviluppino nei figli le capacità grafiche? Ne abbiamo parlato con Elena Germani a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus che ha sottolineato quanto è importante per gli psicologi che i bambini disegnino durante la terapia: “Il disegno è il mezzo privilegiato perché diventa l’unico mezzo di comunicazione con lui, prima delle abilità di letto scrittura. Per i genitori però che di soli non hanno competenze tecniche, può essere complicato decifrare la situazione emotiva di un figlio. Le capacità grafiche del bambino sono importanti perché sono i precursori delle abilità di letto scrittura”. Per una madre, o un padre, che non hanno competenze tecniche può essere complicato decifrare la situazione emotiva di un figlio. Questi i consigli dell’esperta, Elena Germani: “Spesso quello che disegnano i bambini può sembrare irrealistico, ma può diventare più chiaro al genitore se chiede al bambino di raccontare quello che ha disegnato”. E aggiunge: “E’ utile osservare se ci sono cambiamenti nel tempo. Se un bambino che ha sempre disegnato una persona ad un certo punto smette di disegnare la bocca il genitore può chiedersi se c’è qualcosa che sta disturbando suo figlio in quel momento. Perché prima lo faceva? Perché disegnava la bocca sorridente? Se ci sono dei cambiamenti e si ripetono mi devo interrogare. Altrimenti non è il caso di farsi prendere dal panico.”
Le capacità grafiche nei bambini, rispetto alle tappe di sviluppo, possono cambiare, ma quello che conta è che i bimbi disegnino seguendo il percorso di crescita. Ovvero, da uno scarabocchio dovrebbe passare a linee, e disegni più chiari, e meglio definiti. Esistono delle tappe, dunque, che dovrebbe essere rispettati nel tempo. “Come nel linguaggio, anche nel disegno, i bambini possono arrivarci con ritardo. Non tutti imparano a parlare subito e allo stesso momento”, sottolinea la dottoressa Germani, aggiungendo che il sistema scolastico può contribuire a migliorare lo stato delle cose, e aiutare le famiglie ad una relazione maggiormente empatica coi figli. “Alcune scuole sono d’aiuto, ma in altre si potrebbe fare di più”, conclude nella sua intervista a Radio Cusano Campus, la psicoterapeuta Elena Germani.