L’avvocato Riziero Angeletti, uno dei legale di Padre Graziano, è intervenuto ai microfoni di “Legge o Giustizia” condotto da Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus per parlare del processo d’appello a carico del frate, condannato in primo grado a 27 anni per la morte di Guerrina Piscaglia.
“La sentenza di primo grado lascia tantissimi dubbi.
La Corte di Assise di Arezzo esclude la credibilità di almeno tre test oculari che, il giorno della scomparsa di Guerrina Piscaglia, avrebbero visto la donna lungo la via Marecchiese in un orario incompatibile nell’arco temporale della sua scomparsa individuato dal pm. Nell’orario riferito dai tre testimoni Padre Graziano era in viaggio col marito di Guerrina verso un paese dove avrebbe dovuto celebrare una messa. Secondo la Corte questi testimoni non sono credibili perché due giorni prima sarebbero stati intervistati da “Chi l’ha visto”.
Secondo la Corte il giornalista avrebbe condizionato i tre testimoni. Questo punto è dirimente. Se la Corte d’appello dovesse considerarli attendibili cambierebbe molto. Basterebbe vagliare questo aspetto per fare in modo che il processo che si chiuda in mezzora”.
Secondo Angeletti ci sono altre anomalie
“Una teste oculare dice di aver visto la Piscaglia il giorno dopo la sua scomparsa e lo dice in ben tre deposizioni date ai carabinieri. Lei dice di essere sicura al 100% e di averla vista il 2 maggio, il giorno dopo la sua scomparsa, e si trovava nei pressi dell’ingresso di un municipio lì vicino. La corte d’assise ha ritenuto questa teste non credibile senza dare una giustificazione razionale. Non è possibile accettare una giurisdizione di questo tipo”.
Per Angeletti c’è un errore anche nella condanna
“Nel dispositivo di condanna riportato in motivazione la Corte d’Assise d’Arezzo parte per l’omicidio da anni 26 ed aumenta di un anno per la soppressione di cadavere. È elementare sapere che la reclusione per questo reato non può essere superiore ad anni 24. Al massimo si sarebbero dovuto dare 24 anni. Stiamo parlando di un errore clamoroso”.
In molti dicono che Padre Graziano sia un bugiardo e praticamente tutta l’opinione pubblica sembra essere d’accordo con questo:
“Ho avuto persone che mi hanno fermato per strada per dirmi: “se avessero fatto la gastroscopia a padre Graziano avrebbero trovato tracce di Guerrina Piscaglia”
Se l’uomo della strada arriva a dire questo vuol dire che si è ritenuto il soggetto di colore non simpatico, accusato di aver frequentato prostitute e qualificato anche come cannibale. Gli elementi di prova a carico di padre Graziano rispetto a quelli di Bossetti sono in rapporto di uno a dieci eppure Bossetti ha generato una bilancia molto equa nell’opinione pubblica, tra coloro che lo ritengono colpevole ed innocente, rispetto a padre Graziano, dove la totalità delle persone lo vede come colpevole”.
Infine Angeletti si scaglia contro le indagini
“Le autorità sono entrate nel garage della Piscaglia dove sono state individuate due macchie di sangue, scoprendo che appartengono ad una persona di sesso maschile ma non di padre Graziano: si sono subito sospesi gli accertamenti. Ho indicato 27 attività di indagine che sono state svolte in maniera sbagliata. Non sono stati sequestrati i telefonini, la sim. Alla difesa non è stato messo nulla a disposizione. Un processo senza movente e senza cadavere”.