Scuola in crisi. Mai come in questo momento storico il malcontento generale che emerge dalla filiera dell’istruzione in Italia aveva interessato trasversalmente tutti gli attori protagonisti di questo mondo. Tra gli effetti negativi della Buona Scuola e le distorsioni di un progetto da rivedere come l’alternanza scuola lavoro, si inserisce il problema ormai annoso della questione stipendiale. Dal maestro elementare al docente universitario, nessuno degli educatori del panorama formativo italiano si sente valorizzato dalla sua retribuzione. Radio Cusano Campus ha raggiunto telefonicamente l’On. Eleonora Cimbro (Articolo 1 MDP) per discutere della situazione attuale.

On. Cimbro, partiamo dalla Buona Scuola: dall’attuazione degli 8 decreti che le hanno consegnato corpo e sostanza, sono stati più gli effetti positivi o quelli negativi?

“Io sono una delle deputate uscite a febbraio dal Partito Democratico anche per la Buona Scuola, non l’ho votata perché fin da subito molti di noi, pur essendo del Pd, ci siamo resi conto che si stava introducendo una norma completamente sbagliata per le applicazioni pratiche che avrebbe avuto negli anni successivi.

Infatti a distanza di due anni dall’entrata in vigore di questa norma stiamo toccando con mano che, di fatto, la scuola è completamente nel caos: il Nord si scaglia contro il Sud, il Sud si lamenta per la disparità di trattamento, insomma, una guerra tra poveri che aumenta anche di più tra docenti che trovano posto sotto casa e docenti che, invece, devono spostarsi a chilometri di distanza lasciando non soltanto la famiglia ma anche quella continuità didattica che avrebbe dovuto essere il faro di questa nuova riforma.

Sono un’insegnante anch’io e ho seguito da vicino tutte le riforme della scuola, credo che questa norma abbia scontentato non solo gli insegnanti ma anche i dirigenti scolastici, le famiglie e gli studenti perché si è creata inizialmente una grande aspettativa. Non posso parlare bene nemmeno della riforma Gelmini che tagliò 8 miliardi alla scuola pubblica italiana, però, in quel caso lo si fece con una certa chiarezza di intenti. Il Partito Democratico, invece, iniziò una campagna di ascolto dal basso per fare una riforma che potesse coinvolgere davvero anche tutti quegli insegnanti che per molto tempo sono stati definiti fannulloni, che sono stati colpiti dal blocco degli stipendi, uno dei problemi fondamentali in quanto non solo gli insegnanti non sono pagati come nel resto d’Europa ma, da anni il loro stipendio non viene adeguato a quelle che sono le spese del caro vita, un mondo che è stato per tanti anni bistrattato. A fronte di una riforma che finalmente rimetteva al centro la scuola ci si è ritrovati invece di fronte all’ennesima fregatura, lo possiamo dire tranquillamente, insomma perché i problemi non sono stati risolti”.

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