Nonni amici dei nipoti, la rivincita della terza età ci porta indietro nell’albero genealogico, a valorizzare gli antenati. Avere la fortuna in casa e non riconoscerla è uno spreco. Quelli che invece sono stati in grado di accorgersi del valore degli anziani sono la stragrande maggioranza. Per i millenials, le nonne, oggi, sono amiche, confidenti. La risorsa emotiva insostituibile, in grado di “garantire continuità col passato, anche quando la coppia dei genitori è in difficoltà”, afferma Anna Oliverio Ferraris, a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus. Nessuna certezza sulle informazioni che stanno circolando a proposito della preferenza della cucina della nonna al sushi. Abbiamo chiesto all’Università Milano Bicocca di poterci concedere una chiacchierata con la prof. Volpato con risultati insufficienti. 

Quanto al profilo dei nuovi nonni, Anna Oliverio Ferraris ne ha ridefinito i tratti durante l’intervista rilasciata durante il programma per famiglie della radio dell’Università Niccolò Cusano, sottolineando che oggi “i nonni oggi sono più dinamici di un tempo, molti di loro hanno viaggiato, fanno ginnastica, seguono le diete, stanno abbastanza bene in salute. Da un punto di vista anagrafico sono più anziani, ma più giovani nello spirito perché dinamici. Sono cresciuti in un mondo più dinamico e vario loro stessi. Hanno capito l’importanza del rapporto coi nipoti, si rendono conto delle esigenze psicologiche e di relazione. Complicità nelle relazioni. E’ vero che ci sono aspetti comuni tra il tempo in cui questi nonni hanno allevato i figli, ma ci sono grosse differenze. Basti pensare all’informatica. C’è un mondo diverso che dovrebbe stimolare i nonni. Vedo nonni molto curiosi e disponibili. Vedono che il loro aiuto viene richiesto perché entrambi i genitori lavorano. E’ avvenuto un cambiamento anche per i padri che si prendono cura dei figli fin da quando sono in fasce. Questo ha incoraggiato i nonni ad occuparsi dei bambini piccoli. Una volta non lo avrebbero fatto, consideravano questo ruolo femminile. Invece hanno capito che non è un ruolo né maschile, né femminile. Ai bambini e ragazzi serve avere un punto di vista diverso. Capiscono che persone con diversa esperienza possono proporre soluzioni, avere un punto di vista differente. S’impara moltissimo ascoltando i nipoti, lasciandoli parlare. In Italia le persone anziane sono numerosi, molti hanno qualche acciacco, ma stanno ancora bene. Vedo un impegno maggiore rispetto a dieci, quindici anni fa.”

Ascolta qui l’intervista integrale