Azienda no stress è il nuovo lavoro di Camilla Targher che racconta il mondo delle aziende attraverso le relazioni familiari, coi colleghi, e con noi stessi, sostenendo che si tratta di aree relazionali che si influenzano fortemente a vicenda. La Targher vuole parlare ai dirigenti, ai lavoratori, e a chi è ancora alla ricerca. Come affermato durante l’intervista rilasciata a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus. E’ importante ‘fare il punto della situazione con noi stessi. Le esigenze cambiano col passare del tempo’, ha aggiunto subito dopo l’esperta specificando che le priorità per ognuno di noi mutano a seconda di quello che ci succede.
“Fermarsi e dirsi quali sono le priorità, o ritagliarsi serate per stare solo con il partner, è una cosa che a livello organizzativo può fare la differenza”, ha aggiunto subito dopo. La prima parte del libro è incentrata sulla struttura caratteriale dei professionisti, Camilla Targher pone l’accento, non sul fatto che ci sono pochi laureati in Italia, ma sulla carenza caratteriale dei professionisti in circolazione, e dice: “Avere un buon carattere non significa voler andare d’accordo con tutti, significa rendersi conto con consapevolezza dell’atteggiamento prioritario. Se litighiamo con un cliente riusciamo a smaltire da soli, o ce la prendiamo con colleghi? Il fatto di salutarsi ha una importanza sulla qualità della comunicazione. Si pensa che dovrebbe essere sempre l’altra persona a fare il primo passo. Anche nella relazione amorosa. C’è la tendenza ad aspettare che sia l’altra persona a fare il primo passo.” Azienda no stress è molto critico sull’inesistenza della suddivisione dei compiti imperante negli ambienti di lavoro. Poche volte si capisce chi fa cosa, e come. Non esalta il multitasking. “Sembra un obbligo essere multitasking. Bisogna essere multitasking sì, ma con cognizione di causa. Bisognerebbe fare le cose una alla volta, mettendole in fila. Distogliere l’attenzione da qualcosa per farne un’altra è stancante per riprendere la concentrazione”, fa notare, durante l’intervista, a proposito dell’organizzazione del lavoro.
Ascolta qui l’intervista integrale