Diritti di genere, la situazione italiana è in lieve miglioramento, ma bisogna fare ancora molto. Riusciamo finalmente a scorgere l’orizzonte, ma per ottenere risultati considerevoli serve tempo, ne abbiamo parlato con Chiara Cretella, esperta di diritti di genere, a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus. “La situazione non è rosea. Non funziona la parte della sicurezza e protezione, delle donne. Quanto alla violenza di genere ancora molto c’è da fare”, ha affermato l’esperta in trasmissione, sottolineando che la parte mancante è quella della messa in sicurezza delle donne che decidono di denunciare, e che grande differenza ci sarebbe se questo aspetto fosse potenziato. 

“Abbiamo fatto passi in avanti in tema di cyberbullismo, vedi la legge. Quanto all’educazione di genere, il Dipartimento delle Pari Opportunità non ha ancora definito questo nodo fondamentale. Non è passata né l’educazione sessuale, né l’educazione di genere. C’è uno scontro culturale tra una frangia di area cattolica, e un’altra più aperta alle direttive alle quali ci obbliga la comunità europea. La Convenzione di Istanbul prescrive l’educazione di genere come strumento di prevenzione della violenza. Le leggi servono però quando la società è pronta ad accoglierle. La differenza salariale tra uomo e donna è ancora del 49%. Altro aspetto è quello della denatalità: un vero e proprio terremoto demografico. I Comuni possono fare molto: in Emilia Romagna ci sono buone politiche, ad esempio rispetto ai nidi. Ma gli ultimi report ci dicono che una madre su quattro lascia il lavoro dopo la nascita del figlio/a. Anche le donne che hanno rinunciato al congedo parentale in favore del bonus nido, si ritrovano infine nella stessa condizione. In Italia c’è una grandissima quantità di lavoro di cura non retribuito, compreso quello delle casalinghe – ha ribadito la dottoressa Cretella in radio -, cercando di delineare un quadro quanto più possibile esauriente sul tema, da Nord a Sud, anche analizzando gli ultimi dati diffusi in tema di differenze di genere, dal mondo del lavoro, a quello domestico.

 

Ascolta qui l’intervista integrale