Il ddl Fiano fa discutere l’Italia. Stamattina ne ha parlato anche Alessandra Mussolini. L’eurodeputata è intervenuta su Radio Cusano Campus. Ecco cosa ha detto al telefono con Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, conduttori di ECG.
ALESSANDRA MUSSOLINI A RADIO CUSANO CAMPUS-Clicca qui per ascoltare l’intervista integrale
“Con tutti i problemi che abbiamo tra cui l’Europa, gli sbarchi o la disoccupazione stanno a pensare all’effige di mio nonno. Io ho fatto una domanda a un costituzionalista, se io in campagna elettorale scrivo ‘vota Mussolini’ o ‘scrivi Mussolini’ rischio di passare i guai. Io dovrei cambiare cognome? Loro dovrebbero cambiare i connotati. Questa legge è una grossa minchiata. Se volessero fare una cosa seria dovrebbero insegnare nelle scuole e nelle università il rispetto contro il terrorismo, contro l’antisemitismo, contro l’integralismo islamico. Altrimenti cominciassero a vietare nei negozi le magliette nere, ad arrestare chi è pelato, tutti questi potenziali sospetti”.
ANCORA SUL DDL FIANO
“Il relatore di questa legge secondo me nemmeno l’ha letta. A Predappio c’è un sindaco Pd e tutta l’economia si legge sui gadget di mio nonno. Lì c’è anche la cripta di tutta la mia famiglia. E allora che dobbiamo fare? L’Italia non dovrebbe avere paura del passato, ma risolvere i problemi del presente. La cosa più importante è la tolleranza e su questo siamo un Paese avanzato rispetto al razzismo o all’antisemitismo. Quante volte nelle manifestazioni ci sono persone che mi fanno firmare libri o vedere i santini? E che questo sarebbe un reato?”
SUL BAGNINO DI CHIOGGIA ALESSANDRA MUSSOLINI E’ CATEGORICA
“E’ un grande, lo voglio andare a trovare. Devo fare un salto lì. Ma io dico, i cinesi che non fanno gli scontrini fiscali o quelli che obbligano gli stabili non passano i guai, uno che lavora e paga le tasse viene perseguito. Ha fatto una cosa per richiamo, poi se uno ci vuole andare ci va, altrimenti no. La libertà è anche questa. Se io dovessi denunciare tutto quello che viene detto contro la mia famiglia dal web avrei i libri pieni, invece non faccio la vittima sacrificale, non ho mai avuto la scorta, al contrario di molti miei colleghi, che alla prima stronzata chiedono la scorta”.
SUL SALUTO…
“Salutiamoci romanamente, perché io vivo a Roma. Non l’ho mai fatto, ma mio figlio si chiama Romano. Saluto Romano. Lo posso dire o vado in galera? E se mi metto una maglietta con scritto W nonno che fanno, mi sbattono in galera? Io a casa mia sono piena di busti, fasci, ho di tutto. Ma quella è la mia famiglia ragazzi, non è che lo impongo. A casa mia quando entri ho delle cose stellari. Ho un ritratto di mio nonno fatto in lana del 1933 che è spettacolare”