Un italiano su tre, al posto della classica bottiglia di vino, preferisce stapparne una di birra. Prima veniva consumata prevalentemente nei pub, con un panino o una porzione di patatine, oggi viene scelta sempre più frequentemente per accompagnare i pasti quotidiani. Possono essere chiare o scure, alcoliche o non alcoliche. L’importante è che siano artigianali.  

Si tratta di una vera e propria rivoluzione culturale, tale che negli ultimi anni le birre artigianali, solitamente distribuite localmente, sono presenti sui banconi dei supermercati e vanno a rifornire i pub di regioni distanti rispetto a quelle di origine.

Ma cosa spinge un consumatore di birra a preferire quella artigianale rispetto a quella industriale?

Patiamo dalle fasi di produzione. La birra industriale prevede due fasi particolari la pastorizzazione e la filtrazione. La pastorizzazione è un particolare processo termico che, insieme al microfiltraggio depura la bevanda dai microrganismi. Questi due processi generano un livellamento degli aromi della birra, così da rendere il prodotto uniforme e permettere al consumatore di riconoscerlo ovunque. Inoltre la pastorizzazione permette ai prodotti di avere una scadenza più lunga.

Tuttavia la “sensibilità” dei consumatori nei confronti del prodotto ha indotto alcuni produttori industriali a revisionare il loro processo di filtrazione, rendendolo meno invasivo, al fine di conservare, per quanto possibile, le caratteristiche della birra.

Diverso è il trattamento della birra artigianale che non è pastorizzata o sottoposta ad alti processi chimici. L’assenza di conservanti, presenti nella birra commerciale, però fa sì che la birra debba essere consumata in fretta e tenuta a temperature molto basse. La birra artigianale, quindi, conserva i profumi originali, gli aromi e le variazioni di gusto che la rendono diversa dagli alti prodotti. I loro produttori prediligonoo, infatti, la qualità degli ingredienti, anziché i numeri della produzione.  Nuovi processi produttivi e ingredienti locali sono le formule della birra artigianale.

«Attraverso la birra voglio creare paradossi», Teo Musso, padre della birra artigianale italiana.

Spinto dall’innovazione, la creatività e l’amore per il proprio prodotto, il produttore artigianale punta a colpire il palato dell’acquirente. Diverso è il caso di un grande marchio che legato alla sua ricetta punta al consumatore legato al brand.