La legge sulla tortura? Non serviva. In poche parole, Antonio Di Pietro, la pensa così. Ne ha parlato stamattina su Radio Cusano Campus. Ecco quello che ha detto al telefono con Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, conduttori di ECG. 

IL COMMENTO DI ANTONIO DI PIETRO: “LEGGE SULLA TORTURA? ATTENZIONE…”

“Mi rifiuto di pensare che le forze dell’ordine e i carabinieri utilizzino la tortura. Io l’ho fatto il poliziotto, ci sono stato lì dentro, questa idea di immaginare che la polizia usi la tortura non sta né in cielo né in terra. Poi la mela marcia ci può stare, ma è un altro discorso. E’ sbagliato costruire intorno alle forze dell’ordine una narrazione come se loro fossero i criminali e non quelli che i criminali li combattono, ogni giorno, rischiando la pelle”.

ANCORA DI PIETRO PARLANDO DI LEGGE SULLA TORTURA

“Non penso ci siano persone che utilizzano le stellette che hanno sul petto per praticare la tortura. Mi rifiuto di pensarlo. E poi puoi prevedere tutti i reati di tortura che vuoi, ma questa legge non può e non deve servire per fermare l’azione dei magistrati piuttosto che l’azione delle forze dell’ordine nel reprimere la criminalità”.

“NON C’ERA BISOGNO DI QUESTA NORMA”

“Se c’è un atto di violenza in corso non si può pretendere che il poliziotto o il carabiniere vadano lì a dire ‘scusi lei, perché sta rompendo quella vetrina, o a dire scusi lei, perché sta buttando quella bombetta?’. Già adesso se c’è una mela marcia può essere punita, non c’era bisogno di questa norma per contrastare l’operato di una eventuale mela marcia”.

IN CHIUSURA UNA BATTUTA SUL CASO DELL’UTRI

“Ha detto di essere un prigioniero politico? Si, vabbè. Starà poco bene sul piano fisico, ma è un detenuto per reati comuni gravissimi passati in giudicato. E’ una persona anziana, sta scontando il carcere, è stata condannata per reati gravissimi di mafia, sta scontando una pena non perché lo hanno condannato politicamente, ma perché è stato ritenuto colpevole di reati specifici. Non dobbiamo pensare che chi sta in prigione resta senza cure”.