Simbolo a vita del Napoli, mito argentino-partenopeo, calciatore più forte di tutti i tempi. Da oggi Diego Armando Maradona è anche e giustamente cittadino onorario di Napoli. Lo è diventato ufficialmente stasera: con tanto di pergamena, firma sul registro e targa con il simbolo della città consegnata al “Pibe de oro” dal sindaco Luigi De Magistris in persona.

Il cambio di programma e la contestazione a De Magistris. Inizialmente, la storica cerimonia era stata organizzata in Piazza del Plebiscito nel contesto di uno spettacolo di Alessandro Siani per celebrare i 30 anni del primo scudetto del “Ciuccio” con Maradona condottiero (1987); nel pomeriggio invece è stata spostata a Palazzo San Giacomo, sede del Municipio, per volere del primo cittadino. Per questo motivo, De Magistris è stato contestato dai tifosi azzurri con tanto di striscioni che lo accusavano di protagonismo. Il sindaco a quel punto ha preferito non sfidare la piazza e non esporsi decidendo di consegnare nella sede del Comune la cittadinanza a Maradona, che non avrebbe affatto gradito il repentino cambio di programma.

Le parole di un emozionato Dieguito. Maradona felice di essere diventato cittadino onorario di Napoli, ha rilasciato parole emozionanti: “Sono cittadino da quando sono arrivato a Napoli. Ringrazio il sindaco De Magistris per avermi messo in mezzo a tutto questo e voglio ringraziare tutta Napoli, perché io giro il mondo e vedo sempre scritte col mio nome in questa città. Si vede chi mi ama, nessun popolo mi ha voluto così bene quanto i napoletani. Grazie anche a quelli che non volevano che io diventassi cittadino napoletano, perché così si dimostra che questa è una democrazia e possiamo parlare di tutto. Vogliamo dimostrare di aver fatto qualcosa per questa città”.

Il bagno di folla per il “Pibe de oro”. Dopo la cerimonia, erano in 15.000 a Piazza del Plebiscito, e con lui alcuni protagonisti dei trionfi azzurri: lo storico massaggiatore Carmando, bomber Carnevale, Nando De Napoli, Romano, una delle pedine vincenti di Ottavio Bianchi nell’anno del primo scudetto; Giordano, attaccante della “MAGICA”, cioè la triade letale Maradona-Giordano-Careca; i pilastri della difesa Renica e Bruscolotti, quest’ultimo autentica bandiera degli azzurri. E ancora: il portiere Taglialatela, Volpecina, Di Fusco e Ferrara, che si è preso pure qualche fischio per i suoi trascorsi juventini. Da grande leader e condottiero, ovviamente, Maradona è intervenuto in difesa di Ciro. Diego, autentico “scugnizzo” napoletano; lui, napoletano dentro, che quando giocava, oltre all’immenso talento, sfoggiava quella “cazzimma” tanto cara a patron De Laurentiis. Semplicemente Maradona: simbolo a vita di Napoli e del Napoli.