Charlie Gard, On. Gigli: “Avrei imbracciato un fucile di fronte ad uno Stato così arrogante”
Charlie Gard. Un nome di cui parlano tutti e che sta infiammando l’opinione pubblica dell’Inghilterra. Di chi si tratta? Di un bimbo nato apparentemente in buona salute lo scorso 4 agosto. ma a cui, dopo otto settimane, gli era stata diagnosticata la sindrome di deperimento mitocondriale, che provoca il progressivo indebolimento dei muscoli. Purtroppo entrambi i genitori del piccolo sono portatori del difetto genetico e quindi Charlie è venuto al mondo segnato dal destino. Da allora il bambino è in terapia intensiva, intubato, e secondo i medici non ha speranze di sopravvivere per cui sarebbe logico staccare tutto per evitargli ulteriori sofferenze. In merito s’è pronunciata anche la Corte Europea la cui sentenza ha commentato ospite di “Legge o giustizia” del nostro Matteo Torrioli l’on. Gian Luigi Gigli. Ecco cos’ha detto il politico in diretta su Radio Cusano Campus, emittente dell’università Niccolò Cusano.
Charlie Gard?La Corte Europa dei diritti umani s’è epressa sul caso decidendo di sospendere le cure per il piccolo paziente inglese nonostante l’opposizione dei suoi genitori.Ecco come ha spiegato l’accaduto l’on. Gian Luigi Gigli ai microfoni di Radio Cusano Campus:
Circa il problema di sazlute di Charlie Gard:
“La malattia era rara e mortale. Quello che è accaduto è grave perché, se fino a poco tempo fa era in atto nel nostro Paese una campagna per rivendicare il diritto di morire, per me già grave e mal posto, oggi abbiamo assistito ad una escalation. Non c’è più solo la richiesta di morire ma il dovere di morire”.
Sulla natura particolare dell’Inghilterra:
“Abbiamo a che fare con uno Stato, il Regno Unito, che attraverso i suoi tribunali e con il supporto della Corte Europea dei Diritti dell’uomo, va contro i genitori di Charlie dicendo loro di rinunciare alle cure, sospendere i sostegni vitali e vederlo morire”.
Sul consigli per i genitori di Charlie Gard di portarlo negli stati Uniti per una cura sperimentale:
“La terapia è sperimentale e non ci sono dati sufficienti per convalidarne l’efficacia. Al di là di questo, la pretesa che si ha è quella di vietare ad una famiglia di avvalersi di una cura in un altro Paese, sembra un sequestro di persona. Su quali basi legali si vieta di farli trasferire negli Stati Uniti? I diritti civili sono diventati diritti incivili”.
Mettendosi nei panni dei genitori di Charlie Gard:
“Sono medico. Tendo ad avere un atteggiamento razionale di fronte a queste cose. Forse, di fronte ad un bambino che non aveva chance non avrei protratto le cure ma non avrei sospeso il sostegno vitale. Pensiamo però al vissuto di queste persone, già ferite ogni giorno dal doversi far carico di una situazione grave come questa. A queste persone si dice loro di togliersi di mezzo. Fossi stato il padre, di fronte ad una arroganza dello Stato, avrei imbracciato un fucile e avrei fatto di peggio. Secondo la Corte i genitori non starebbero facendo l’interesse del bambino. Quindi per la Corte l’interesse del bambino è morire. È assurdo”.
ASCOLTA QUI IL PODCAST DELL’INTERVISTA DELL’ON. GIGLI SU CHARLIE GARD
Adelino
Le sentenze sono basate su ampissimi pareri di una dozzina di medici . Tutti arrivano alla stessa conclusione . Persino il medico padre della cura sperimentale negli USA , si ritiene molto scettico e crede che le possibilità di migliorare siano pressoché zero ! Bosognerebbe fare una distinzione tra il diritto alla vita e l’accanimento terapeutico . Il secondo a mio avviso , seppur comprensibile da parte dei genitori rischia di passare come un ” capriccio egoista “! Se un essere umano senza possibilità di ripresa , é incosciente , soffre e non è in grado di sopravvivere se non con l’ausilio di un respiratore , é giusto lasciarlo andare . Siamo in una situazione non distante dalla morte cerebrale .
Complimenti per il suo punto di vista !