Processo Bossetti. I delitti irrisolti funzionano così. Ogni giorno arriva un nuovo capitolo della storia ed ogni nuovo capitolo della storia potrebbe rinnegare quello precedente. Ecco perché è bene che seguiate ogni risvolto delle indagini per non perrdervi i bruschi cambi di direzione. In questa precisa storia legata alla scomparsa di Yara Gambirasio, Ezio Denti, consulente del pool difensivo di Massimo Giuseppe Bossetti, interviene da Matteo Torrioli ospite della sua trasmissione su Radio Cusano Campus. Ecco cos’ha detto il tecnico circa nuove possibili piste in diretta su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’università Niccolò Cusano.

Processo Bossetti. Ora parla Ezio Denti, consulente del pool difensivo di Massimo Giuseppe Bossetti, e lo fa ai microfoni di Radio Cusano Campus in modo che le sue parole assumano il peso che lui vuole che abbiano. Ecco i passaggi importanti delle sua intervista:

Sulle intenzione della sua squadra:

“C’è voglia di non raggiungere la verità e non tutelare gli italiani. Noi siamo convinti di quello che stiamo facendo. Speriamo bene ovvero che il 30 ci sia una risposta positiva sulla richiesta di nuova perizia del DNA. In primo grado, purtroppo, non abbiamo potuto fare nulla, neanche le perizie sui reperti”.

Circa le dichiarazioni dell’avvocato Claudio Salvagni:

“Ha detto una cosa giustissima: non si vuole arrivare alla verità. Bossetti ha bisogno di avere una certezza. Rispetto la scienza ma non si può decidere della vita di una persona solo su questi indizi. Non c’è nulla che possa legare quest’uomo a questo omicidio”.

Sul fatto che all’appello la difesa abbia in serbo alcune novità:

“Ci sono tante novità, abbiamo mantenuto massimo riserbo. Non abbiamo neanche fatto copie della richiesta d’appello per evitare che andassero all’esterno. Ci sono elementi già conosciuti e che la Procura non lo ha trattato e che sarebbero sufficienti per nuovo filone d’indagine. Sono sempre convinto che quello di Yara Gambirasio sia un omicidio in ambito giovanile”.

Sul fatto che il presidente della Corte d’assise d’appello di Brescia abbia vietato riprese video, audio e fotografiche nell’aula dove si svolgerà il processo:

“Se le telecamere fossero entrate in tutte le udienze del primo grado gli italiani sarebbero stati informati sull’accaduto. Invece c’erano giornalisti che riportavano informazioni sbagliate. Ci siamo dovuti difendere prima dai giornalisti e poi dal resto. Abbiamo avuto condizioni particolari e tutti gli italiani non avrebbero avuto dubbi sul cercare di aiutare Bossetti. I giudici pensano che verrebbero fatti a pezzi se potessero entrare le telecamere”.

ASCOLTA QUI IL PODCAST DELL’INTERVISTA DI DENTI SUL PROCESSO BOSSETTI