L’Umana Reyer Venezia è Campione d’Italia di Pallacanestro maschile. La società lagunare, che ha una signora storia, alle spalle, persa nei trascorsi decenni, torna sul tetto d’Italia dopo aver battuto, a domicilio, in gara-6, la Dolomiti Trento, fissando il punteggio delle finali per il tricolore, sul 4-2. Non c’è e non ci sarà gara-7, la bella, perché la formazione veneta ha meglio interpretato le vicende difensive e ha giostrato con più oculatezza la fase d’attacco al cospetto dei padroni di casa, meno legati, rispetto alle giornate migliori. Era una finale inedita, che non è mai stata giocata, a questi livelli, e che vedeva, come assente “innaturale”, proprio quell’Olimpia EA7 Milano sbattuta fuori in maniera prepotente e meritatissima, dalla compagine trentina con un perentorio 4-1 in semifinale.

Quando sul filo di lana Trento avrebbe il tiro da tre punti per agganciare, almeno, il tempo supplementare della speranza, la palla centra lo spigolo del tabellone, e amen: braccia alzate per Tonino Ress che viaggia verso una veneranda età tornando, dopo le dolorose cancellazioni degli scudetti di Siena, a vincere nella nostrana Serie A1.

La Dolomiti Trento di Coach Buscaglia presenta un signor quintetto, sul piano della rapidità: Craft, Shield, Sutton, Gomes e Hogue: De Raffaele in avvio oppone Haynes, Stone, Bramos, Peric ed Ejim, che al termine della serata sarà nominato MVP (Most Valuable Player). La gara inizia con buone soluzioni al tiro di Hogue e Peric poi Venezia prova la fuga con tre “triple” di Ejim ma la squadra trentina gioca dentro al perimetro eludendo l’insana tentazione di inseguire emulando il prodigioso quanto inatteso avversario. Al 10’ 17 a 17. Trento prova un minibreak con Forray che segna, a inizio secondo quarto, cinque punti consecutivi; Sutton mette nel canestro tre tiri liberi di fila e un tiro da 3. Il parziale stenderebbe qualsiasi quintetto e relative riserve: 11-0. Qui escono, insieme, l’istinto e la capacità di Haynes di tenere compatta l’Umana Venezia, con l’aiuto, prezioso, questo sì, di Stone. Ancora equilibrio, al termine del secondo periodo: al 20’ e quindi al rientro negli spogliatoi Trento avanti di un solo punto: 36-35.

Il terzo quarto vede l’Umana continuare con incredibile precisione e puntualità dall’arco dei 3 punti, con Bramos e Filloy, e la squadra di De Raffaele vola sul +11: questa volta alle corde è la Dolomiti Trento, protagonista meravigliosa di una stagione indimenticabile. E prova anche la rimonta, nella quarta frazione, con Hogue, Flaccadori e Sutton, che la porta a un sol punto dai cestisti della Laguna. Dalla lunetta Haynes è di ghiaccio e preciso, e l’ultimo tiro trentino si spegne su canestro e tabellone ospiti, con l’antica Reyer Venezia abbinata Umana che, 74 anni dopo!, torna sulla vetta più alta d’Italia. Un grandissimo scudetto, quello dei giocatori di De Raffaele. Il terzo in assoluto, dopo quelli del 1942 e del 1943.

E’ una conquista storica, la prima del dopoguerra. Di Venezia sentivamo parlare negli anni ’80 per un certo Drazen Dalipagic, ai tempi dell’abbinamento con la Giomo. Oggi, vista la serietà della sua guida, sia dirigenziale che tecnica, ne torneremo ad ascoltare la voglia della ribalta. Ottenuta da un grandissimo gruppo e da un bravo allenatore, oltreché da una società solida e vogliosa di essere tra le protagoniste. Missione compiuta. L’anno prossimo la sfida si chiamerà Euroleague. Roba da brividi, anche per il Patron e Sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, visibilmente commosso, in tribuna, e vinto dalle emozioni.