Il Parma è promosso in Serie B, dove torna al termine di un ciclo biennale capace di fruttare al sodalizio emiliano il doppio salto: due promozioni, due ascese, in due soli campionati. La formazione giallo-blù torna a calzare un vestito che almeno è capace di tenere fede alla storia degli ultimi venticinque anni, fatta anche di importanti vittorie a livello continentale. Per ottenere ciò, dopo un quarto di finale agevole e una semifinale assai discussa per un mancato clamoroso calcio di rigore in favore del Pordenone al minuto 120, appena prima dei tiri di rigore, il Parma ha battuto allo stadio Artemio Franchi di Firenze l’Alessandria per due reti a zero. In un week-end in cui l’affascinante capoluogo della regione Toscana è stato la capitale del calcio, con la finale juniores vinta dai romani del Tor di Quinto (5-3) sui comaschi del Fenegrò, l’Alessandria alza per la terza volta, quest’anno, bandiera bianca rimandando i suoi sogni di gloria alla stagione prossima. Già, perché la prestigiosa società piemontese, celebre anche nella massima divisione, diversi decenni fa, e per aver dato i natali nel Calcio a tale Gianni Rivera, ha prima dilapidato 11-12 punti di vantaggio, sulla Cremonese. Ha poi fatto i conti con l’ingenerosità e l’inclemenza del regolamento, che premiava, nel doppio confronto diretto, i grigio-rossi lombardi, a parità di punti ottenuti dopo un’estenuante corsa fatta di 38 giornate. E, alla fine, ha pagato pegno a una finale “secca”, unica, senza appello, come quella dei play-off. Che era una sfida da dentro o fuori. Dovrà servire di lezione per l’anno venturo.
La partita – I gol che hanno deciso l’ultimo atto della Lega Pro, iniziata alla fine di agosto, come campionato, ma come Coppa Italia, a metà del mese estivo per eccellenza, sono stati segnati da Scavone, nel primo periodo, e Nocciolini, nella seconda frazione. Ma i 60 secondi (scarsi) che verranno ricordati di questa sfida vanno dal 10’ all’11’: Alessandro Lucarelli si fa portare via il pallone da Gonzalez che regala il pallone a Di Cesare senza battere a rete come avrebbe potuto, o senza rifinire per Fischnaller, arrivato libero all’altezza del dischetto del rigore. Passano 50 secondi, siamo sul fronte opposto, nell’area della squadra del Piemonte: Calaiò produce un dribbling secco, di tacco, su Gozzi, e concede un pallone d’oro a Scavone; questi scarta il portiere e mette il pallone in porta. E’ la fotografia aurea, per il destino del Parma, è un brutto presagio, per ciò che rimarrà, di questa finalissima, per la parte avversa, completata dal raddoppio di Nocciolini. L’Alessandria risulterà prevedibile, a cavallo dei due gol della compagine ducale, e fisicamente mancherà di quel cambio di passo necessario, per superare scogli di tale spessore. Finisce 2-0.
Per il Parma inizia una nuova sfida, in Serie B. Per l’Alessandria un ulteriore anno di Purgatorio a cercare di cancellare quanto sciupato. Con immutata determinazione.
Fonte foto: SI RINGRAZIA LA GAZZETTA dello SPORT